«Una stella in più nel cielo»: il ricordo di Marco Oldrati, caduto tragicamente da un ponteggio

A San Paolo d’Argon gli amici e i parenti si sono stretti intorno alla famiglia di Marco Oldrati, operaio di 52 anni, morto sul lavoro sabato 8 maggio.

Quando il feretro è arrivato, il sagrato e la chiesa parrocchiale di San Paolo d’Argon erano già gremiti. In silenzio, cercando anche in circostanze simili di osservare le norme di sicurezza imposte dalla pandemia, i conoscenti, gli amici e i familiari hanno portato con compostezza l’ultimo saluto a Marco Oldrati. L’operaio era scomparso all’improvviso, a 52 anni, mentre era al lavoro in un cantiere a Tradate, nel Varesotto, la mattina dell’8 maggio. «Non c’è molto da dire, era buono come il pane», sussurrano in molti fuori dalla chiesa nella mattinata di venerdì 21 maggio. Conoscendo la sua passione per il calcetto e il calcio, alcuni colleghi hanno esposto fuori della chiesa uno striscione della squadra di cui era tifoso, l’Inter: «Una stella in più in cielo, ciao Marco», era scritto sopra un campo neroazzurro.

Padre di due figlie, Arianna e Chiara, e sposato con Rosanna, Oldrati era conosciuto e benvoluto sia a Selva di Zandobbio, il luogo dove era cresciuto, sia a San Paolo, dove viveva da tempo. Possedeva fin dall’infanzia una forte fede religiosa ed era devoto la figura di San Giovanni XXIII. «Ricordo che da giovane con gli amici trascorreva diverse lunghe sere d’inverno da noi – ha riferito il don Alfonso Pontoglio, parroco emerito di Selva, venuto a celebrare la messa funebre – e che insieme parlavano per ore, riempiendo di gioia gli ambienti della parrocchia. È difficile trovare le parole giuste in questo momento. Non voglio dire parole vuote, perciò non dirò nulla. Mi faccio solo portavoce di quello che ci ha detto Gesù agli apostoli: “il vostro cuore non sia turbato”. Ma come è possibile non rimanere turbati? Gesù non ignora certo la sofferenza, lui stesso si è commosso, è scritto nei Vangeli. Però la fede ci consola, anche se non rimuove il dolore. Gesù parla da innamorato e ha dato a Marco il posto che gli aveva preparato dall’eternità. Ciao Marco, tu sei in mezzo a noi, oggi sei qui la persona più importante. Siamo sicuri che stai pregando Gesù per noi. Continua a farlo. Attraverso la preghiera siamo uniti con te fino a quando un giorno non ci rivedremo alla casa del Padre».

Al termine della funzione, animata dall’organo e trasmessa da un autoparlante anche sul sagrato per chi era rimasto fuori, la bara di Oldrati è stata portata al cimitero di San Paolo d’Argon.

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