Un’impennata di quarantene
6.396 i bergamaschi «isolati»

I dati di Ats: dal 7 al 17 febbraio l’aumento è stato del 65%. La suddivisione: gli «attualmente positivi» sono 2.156, i contatti 4.240.

È come se la zona rossa, metaforicamente, fosse scattata per un paio di paesini della provincia. Perché per 6.396 bergamaschi vale già la massima restrizione, quella dell’isolamento obbligatorio o fiduciario: a spanne, è l’equivalente della popolazione di due comuni medi del territorio orobico.

L’ultimo aggiornamento di Ats, con dati riferiti alle ore 17 del 17 febbraio, evidenzia un balzo significativo che è la diretta conseguenza della maggior circolazione del virus e di un tracciamento più ampio, che scava in profondità nei «contatti» soprattutto se di mezzo c’è una variante. Nello specifico, a mercoledì risultavano in isolamento obbligatorio perché positivi (la famosa categoria degli «attualmente positivi», le persone con l’infezione in corso) 2.156 cittadini, mentre altri 4.240 erano in isolamento fiduciario in quanto «contatti» di persone positive. La somma, appunto 6.396, vede un incremento del 45% rispetto alle 4.418 persone in isolamento alla data del 10 febbraio, cioè nel giro di una settimana; nel giro di dieci giorni, invece, l’incremento è stato del 65%, perché al 7 febbraio si contavano 3.881 bergamaschi in isolamento.

Il raffronto

Confrontando i vari report diffusi periodicamente dall’Ats, è l’ennesima conferma di una circolazione virale molto simile all’inizio della seconda ondata. I positivi sono quasi un migliaio in più di quelli che si osservavano a gennaio, e rappresentano quasi due terzi degli «attualmente positivi» rilevati l’11 novembre (erano 3.533 a quella data) nel pieno della seconda fase, con un picco poi di circa 3.700 «attualmente positivi» il 20 novembre. E tornando ancora indietro, lo scenario odierno mostra numeri otto volte superiori alla situazione che si rilevava per esempio al 18 settembre, quando la pandemia era sotto controllo prima del ritorno autunnale del virus. A spiccare è soprattutto la quota di persone poste in isolamento fiduciario perché contatti di caso (dunque non positive), e che mai erano state così tante nelle rilevazioni diffuse dall’Ats dopo l’«esplosione» di marzo-aprile; tra l’altro proprio la scorsa settimana s’è anche toccato il numero più alto di classi poste in quarantena, 100 tonde tonde.

Il «peso» della variante

Dello scenario epidemiologico e del contact tracing ampliato anche in funzione delle varianti ha parlato ieri Carlo Alberto Tersalvi, direttore sanitario dell’Ats di Bergamo, ospite del tg di mezzogiorno di Bergamo Tv: «La circolazione del virus sta aumentando, anche per via della variante inglese, quella adesso presente sul territorio. Stanno aumentando i casi soprattutto nel distretto di Bergamo Est. Il tema è che la variante prevede un protocollo di sorveglianza sanitaria più cogente – ha spiegato Tersalvi -, perché bisogna risalire fino ai contatti dei 14 giorni precedenti, invece prima si procedeva solo in relazione alle 48 ore precedenti. Ciò significa contattare molte più persone e mettere in isolamento molte più persone, così come fare il tampone molecolare a molte più persone e individuando più casi asintomatici. La variante colpisce anche i giovani, molte classi sono state isolate per questo. La variante scozzese? Al momento non ne abbiamo evidenza sul nostro territorio. L’individuazione delle varianti avviene successivamente al sequenziamento del dna del virus, che è lungo e complesso e richiede alcuni giorni. Si stanno però studiando modalità per procedere più velocemente. Serve ribadire la massima attenzione e la massima osservanza delle regole, a partire da mascherina e distanziamento».

I casi attivi ogni 100 mila abitanti

Pur in aumento, la circolazione del virus in Bergamasca appare globalmente minore rispetto al trend lombardo. I 2.156 «attualmente positivi» del territorio orobico equivalgono a un’incidenza di 195 casi «attivi» ogni 100 mila abitanti; in Lombardia il dato degli «attualmente positivi» (sempre aggiornato alla data del 17 febbraio) ammonta a 48.693, cioè 486 ogni 100 mila abitanti. Ora più che mai, dunque, è fondamentale accelerare con le vaccinazioni. Tersalvi, sempre al tg di Bergamo Tv, s’è soffermato anche su questo tema, nel giorno del via delle somministrazioni agli over 80: «Questi primi giorni servono per testare la macchina organizzativa. La Regione, di concerto con le Ats, ha preferito una partenza più morbida per questi motivi. Questa fase si aggiunge a quella che quotidianamente procede dedicata alle fasi 1-a e 1-bis. C’è ancora tempo per le adesioni degli over 80, c’è spazio per tutti – ha sottolineato il direttore sanitario dell’Ats bergamasca –. Ci stiamo attrezzando anche per gli allettati, ne stiamo parlando con i medici».

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