Vaccini ai più piccoli, nella Bergamasca coinvolti in 75 mila tra i 5 e gli 11 anni

Probabile partenza dall’1 dicembre. Crescita dei contagi raddoppiata in questa fascia d’età.

Il via libera dell’Ema è arrivato giovedì, e ora la palla passa soprattutto ai singoli Paesi. L’Agenzia europea del farmaco ha infatti «raccomandato di concedere un’estensione» nell’impiego del vaccino anti-Covid di Pfizer «in modo da includerne l’uso nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni». A livello italiano, se l’Aifa e il ministero della Salute confermeranno il parere dell’Ema a stretto giro – si attende una circolare – potranno partire le immunizzazioni anche in questa fascia d’età. E mercoledì scorso la Regione Lombardia in un incontro con Ats e Asst ha indicato come data probabile per l’apertura degli slot alla fascia dei bimbi 5-11 anni (e per gli under 40) quella di mercoledì 1 dicembre.

Andrà rimodulata ulteriormente la campagna, tra l’altro in una fase delicata per il boom di terze dosi. I numeri non sono amplissimi, se comparati alla sfida delle «booster»: in Bergamasca, secondo l’Istat, i bambini tra i 5 e gli 11 anni sono 75mila, mentre in tutta la Lombardia se ne contano 642mila. Nelle scorse settimane, il governo aveva tracciato un primo obiettivo: l’adesione alla vaccinazione per almeno il 50% di questa platea. Trasparenza e informazione sono le stelle polari che guideranno soprattutto il lavoro dei pediatri nelle prossime settimane. Le telefonate dei genitori, per un parere, sono iniziate e aumenteranno ancora. «Dobbiamo essere corretti nelle informazioni, ascoltare dubbi e spiegare le ragioni della scienza – osserva Leo Venturelli, pediatra e garante dell’infanzia del Comune di Bergamo –. Le associazioni dei pediatri si sono espresse in maniera favorevole sulla raccomandazione della vaccinazione». La Fimp, la Federazione dei medici pediatrici, ha diffuso recentemente un decalogo per chiarire i dubbi dei genitori.

Circolazione virale doppia

I numeri, da quasi due anni, sono la bussola per orientarsi nella tempesta pandemica. E le ultime analisi confermano che, oltre agli adulti non vaccinati, è nei bambini che oggi il contagio mostra i valori più alti, in decisa ascesa. Un report di metà settimana elaborato dalla Direzione generale Welfare della Lombardia tratteggia l’allarme in particolare nella fascia 6-10 anni: tra il 15 e il 21 novembre si sono contati 276 nuovi casi ogni 100mila bambini lombardi di quell’età, con una circolazione virale che è circa due volte e mezza quella della popolazione in generale (che contava, negli stessi giorni, 106 nuovi casi ogni 100mila abitanti). La crescita è tra l’altro ripida in quell’età: guardando stavolta ai valori assoluti, dai 370 casi settimanali dell’1-7 novembre si è saliti ai 736 dell’8-14 novembre e ai 1.298 del 15-21.

«Vaccino sicuro ed efficace»

«Le nostre fonti scientifiche ci stanno dicendo che il vaccino è sicuro ed efficace», riflette Venturelli. Queste sono le altre due parole chiave. È efficace, il vaccino, perché «dà una copertura di circa il 90% contro il contagio, tra l’altro utilizzando una dose che, quantitativamente, è un terzo rispetto a quella dai 12 anni in su», prosegue il pediatra. Sulla sicurezza, riconosce Venturelli, «la preoccupazione dei genitori è legata ai possibili effetti collaterali»: ma la sicurezza «è stata confermata nei duemila bambini su cui il vaccino è stato testato: non si sono rilevati problemi importanti, se non dolore al braccio, gonfiore nel punto d’inoculo, mal di testa o eventuale febbre, cioè i disturbi di tutti i vaccini». E le miocarditi e pericarditi? «Nella sperimentazione non sono state segnalate – risponde Venturelli –. Questo anche perché la miocardite o pericardite ha un’incidenza molto bassa, tra 1 e 30 casi ogni milione di dosi somministrate. Su questa patologia è importante la chiarezza: in molti casi c’è una remissione spontanea, circa un terzo viene invece ricoverato ma, tendenzialmente, si è dimessi dopo un paio di giorni». È questa l’essenza dell’analisi tra rischi e benefici: «La possibilità di pericarditi è alta anche col Covid – ribatte Venturelli –. Senza dimenticare che un bambino su sette, se contagiato, mediamente poi soffre di Long Covid». L’Istituto superiore di Sanità ha ricordato che da inizio pandemia e sino al 17 novembre in Italia si sono contagiati 241.739 bambini tra i 6 e gli 11 anni: 1.407 sono stati ricoverati, 36 sono finiti in Terapia intensiva, 9 non ce l’hanno fatta. «Il Covid oggi nel mondo è all’ottavo posto per causa di morte tra i 5-11 anni, superando anche la meningite», aggiunge Venturelli.

L’aspetto organizzativo

Verosimilmente, le vaccinazioni per i bambini saranno eseguite negli hub, probabilmente con la creazione di specifici percorsi. La possibilità di immunizzarli negli studi dei pediatri è complicata, per la catena del freddo necessaria per conservare Pfizer e per la complessa procedura di diluizione. «Noi pediatri dovremmo affiancarci ai timori dei genitori ascoltandoli e rispondendo – conclude Venturelli –. Il Covid non è una passeggiata, e la bilancia pende dal piatto dei benefici. I benefici sono nella protezione dei bambini e della comunità stessa, perché si abbasserebbe la circolazione virale generale. Questo vuol dire mantenere scuole aperte, avere una vita sociale migliore, più serenità nelle famiglie».

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