Vaccini, in farmacia si parte il 2 novembre. In Bergamasca un centinaio di adesioni

C’è una data e ci sono un centinaio di farmacie che sulla carta sono pronte a partire. L’«ora X» stabilita dalla Regione Lombardia per la somministrazione del vaccino anti Covid in provincia di Bergamo cadrà il prossimo 2 novembre e le farmacie alle quali ci si potrà rivolgere saranno probabilmente le stesse che hanno già dato la loro disponibilità sei mesi fa.

Il condizionale però è d’obbligo, perché la Regione chiede infatti una sorta di conferma di quella disponibilità che da marzo ad oggi, tranne che per le due scelte per la sperimentazione, è rimasta solo una dichiarazione d’intenti. Le farmacie bergamasche che avevano già aderito erano 90 su 330, un numero proporzionalmente più elevato rispetto alle 700 (su oltre tremila) in tutta la Lombardia.

Ad oggi però le certezze sulla campagna vaccinale anti Covid in farmacia si fermano alla comunicazione della data di partenza: gli interrogativi su come avverrà e soprattutto per quale fetta di popolazione, con quale vaccino, e per quali dosi (solo la terza o anche le prime due?) sono ancora tutti sul piatto. «Stiamo aspettando i dettagli – spiega Giovanni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo –. Al momento abbiamo ricevuto solo un’informazione generale e circolari tecniche che entrino nel merito delle procedure non ne sono ancora arrivate. Suppongo che la Regione continuerà ad utilizzare la piattaforma già in uso per selezionare la popolazione da vaccinare, secondo il cronoprogramma seguito finora per le prime dosi. Ma aspettiamo di sapere quale vaccino ci sarà assegnato e, soprattutto, quale sarà il target di persone che potremo vaccinare».

Particolari non di poco conto, considerando che la sperimentazione in atto alla Nuova Farmacia del Villaggio degli Sposi e alla Farmacia Antica Spezieria della Comunità di Martinengo è stata portata avanti unicamente con il vaccino monodose di Johnson&Johnson, che può essere somministrato solo agli over 60, ovvero a persone che, nella stragrande maggioranza dei casi, erano già vaccinate anche al momento dell’avvio della sperimentazione, un paio di mesi fa. Una decisione operata sulla base della «facilità» di gestione del vaccino per le farmacie, ma che di fatto ne ha limitato le potenzialità. «Finora abbiamo avuto il compito di convincere i più recalcitranti – dice Ernesto De Amici, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Bergamo –; per questo il centinaio di somministrazioni eseguite da ciascuna di queste due farmacie possiamo considerarlo come un discreto successo». I numeri però sono «inferiori rispetto alle attese», ammette Petrosillo, che auspica l’arrivo in farmacia di un altro vaccino (Moderna, per esempio), per ampliare in maniera consistente la platea dei potenziali vaccinati. «Con Moderna – conferma il presidente di Federfarma – avremo probabilmente un più ampio numero di cittadini da raggiungere. Certo, un vaccino che va conservato a bassissima temperatura dovrebbe passare dalle farmacie ospedaliere, prima di essere distribuito alle farmacie». Anche questi sono dettagli operativi che andranno comunicati nelle prossime settimane. C’è infine la partita sulla terza dose: nelle intenzioni del Governo i farmacisti dovrebbero essere coinvolti, in prospettiva, anche per questa fase della campagna, visto il progressivo smantellamento degli hub. Regione Lombardia lo ha confermato, comunicando alle Ats anche la data. Ma anche su questo al momento manca qualche tassello: molto dipenderà dalle decisioni dello stesso Esecutivo sul target di popolazione cui sarà consigliato di fare la terza dose. Se sarà per tutti, e non solo per anziani e fragili, farmacisti e medici di famiglia diventeranno gli attori protagonisti della nuova campagna. «Oggi – conclude De Amici – viene somministrata solo alle persone fragili, che è giusto vengano vaccinate in un ambiente più protetto rispetto alla farmacia».

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