Venerabili altre tre suore delle Poverelle
Morte di ebola nella missione in Congo

Sono suor Danielangela Sorti di Lallio, suor Vitarosa Zorzi di Palosco e suor Annelvira Ossoli di Brescia. Erano impegnate nell’ospedale di Kikwit ad assistere centinaia di malati colpiti dal virus letale.

Anche le ultime tre suore della Congregazione delle Poverelle di Bergamo morte di ebola nel 1995 in Congo sono venerabili. Ieri Papa Francesco ha approvato la promulgazione del decreto relativo al riconoscimento delle virtù eroiche per suor Danielangela Sorti di Lallio, suor Vitarosa Zorza di Palosco e suor Annelvira Ossoli di Orzivecchi, in provincia di Brescia, dopo che lo scorso 20 febbraio la Chiesa aveva già riconosciuto quelle di suor Floralba Rondi, suor Clarangela Ghilardi e suor Dinarosa Belleri.

La via alla beatificazione

Così si completa il riconoscimento che apre la via alla beatificazione, quando verrà riconosciuto un miracolo attribuibile alla loro intercessione. Erano tutte morte nella primavera del 1995 a pochi giorni l’una dall’altra a Kikwit, una città della Repubblica democratica del Congo a circa 400 chilometri dalla capitale Kinshasa.

Si trovavano nell’epicentro dell’epidemia, la prima segnalata dalle autorità sanitarie internazionali nell’ospedale della città che contava allora 11 padiglioni con 400 posti letto, ma che in periodi di emergenza arrivava ad accogliere circa mille malati. La prima suora a morire fu suor Floralba Rondi, che accoglieva i malati che arrivavano all’ospedale ed era una delle prime suore arrivate da Bergamo in Congo dopo l’apertura delle missioni delle Poverelle nel 1952. Venne assistita da suor Danielangela Sorti che era arrivata in Congo nel 1978 trascorrendo i primi anni nella missione di Mosango, poi nella capitale e nella missione di Tumikia, sempre come infermiera.

La ferita al dito

Quando scoppiò l’epidemia decise di andare a Kikwit al posto di suor Costanzina Celestina, che era molto anziana. Vegliò per tutta la notte suor Floralba cambiando e lavando le bende intrise di sangue che nessuno voleva toccare. Ma si tagliò un dito con una fialetta di un’iniezione e il giorno seguente sulla strada di ritorno verso Mosango cominciò a stare male. Venne riportata nell’ospedale di Kikwit dove morì l’11 maggio a 48 anni.

Suor Annelvira Ossola era la superiora provinciale delle Poverelle e abitava a Kinshasa. Saputo dell’epidemia si era messa in viaggio per raggiungere la missione e l’ospedale di Kikwit. Era arrivata in Congo, destinata proprio a Kikwit nel 1961. Si ammalò di tubercolosi polmonare, ma ne uscì. Tornata in Italia per completare gli studi e specializzarsi in ostetricia, partì per il Congo di nuovo nel 1969 e nel 1992 venne nominata superiora. Dopo la morte di suor Floralba decise di restare a Kikwit, consapevole della gravità della situazione. Ma venne contagiata e morì a 59 anni il 23 maggio 1995. L’ultima suora a cui sono state riconosciute le virtù eroiche è suor Vitarosa Zorza, infermiera professionale diplomata a Milano. Nel 1982 chiese di poter raggiungere le consorelle in missione in Congo a Kikwit, poi venne destinata a Kingasani, uno dei quartieri più poveri e immenso della capitale e uno dei più pericolosi dove le rapine e i saccheggi erano a quel tempo quotidiani.

Le due valige piene di medicine

Quando seppe dell’epidemia chiese alla madre superiora che era già partita di poter anche lei raggiungere l’ospedale. Portò con se 42 chili di medicine stipate in due valige, pensando che fosse possibile debellare quella che molti era solo un diarrea rossa. Di Ebola infatti si sapeva poco a quel tempo. Suor Vitarosa fu l’ultima a morire il 28 maggio. Insieme alla superiora era stata isolata in una casetta dell’ospedale. Le sue condizioni era buone e molti pensano che non avesse contratto il virus. Veniva curata da un medico di Atlanta arrivato con una piccola task force americana per far fronte all’emergenza e per studiare l’epidemia. Quando morì la superiora al medico confidò: «Ora è il mio turno». Aveva 52 anni.

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