Fonti rinnovabili per il rilancio della montagna

Transizione ecologica. La montagna parla un’altra lingua, una lingua che nativamente sa coniugare economia e ambiente, biodiversità e paesaggi, storia e cultura di adattamento dell’uomo. Ora c’è un’occasione importante per il rilancio delle nostre valli. L’assessore regionale alle Risorse energetiche, Massimo Sertori, ha annunciato che più di 500 Comuni lombardi partecipano con proprie domande alla manifestazione d’interesse lanciata l’anno scorso da Regione Lombardia per promuovere le Comunità energetiche rinnovabili.

La montagna parla un’altra lingua, una lingua che nativamente sa coniugare economia e ambiente, biodiversità e paesaggi, storia e cultura di adattamento dell’uomo. Ora c’è un’occasione importante per il rilancio delle nostre valli. L’assessore regionale alle Risorse energetiche, Massimo Sertori, ha annunciato che più di 500 Comuni lombardi partecipano con proprie domande alla manifestazione d’interesse lanciata l’anno scorso da Regione Lombardia per promuovere le Comunità energetiche rinnovabili.

Tra i paesi interessati sono numerosi quelli con meno di 5 mila abitanti, dove quelli di montagna prevalgono

Le proposte presentate dai Comuni della Bergamasca sono 102, subito dopo le 111 della provincia di Brescia. L’aspetto di maggiore interesse è il numero di Comuni con una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti, dove quelli di montagna prevalgono. Il risultato, molto prezioso, è stato raggiunto grazie alla legge del febbraio 2022 con cui Regione Lombardia ha assunto un ruolo attivo nella promozione delle Comunità energetiche sul territorio, con incentivi mirati per l’avvio e il sostegno della realizzazione delle opere necessarie al loro funzionamento. L’assessore, vista l’ampia adesione, ha deciso di aggiungere ben 55 milioni di euro ai 20 milioni già previsti.

Valore sociale per i territori

Le Comunità portano con sé un validissimo valore sociale, in particolare nei territori montani, già colpiti da fenomeni di spopolamento e di calo delle attività economiche, aggravati della recente grave crisi energetica. Adesso l’iniziativa entrerà nella seconda fase, che dovrà rendere concrete le proposte meritevoli. I numeri lombardi, davvero di notevole rilievo, si inseriscono nel panorama delle Comunità energetiche e della condivisione di fonti rinnovabili costantemente monitorato per esempio da Legambiente con il rapporto annuale «Comuni rinnovabili» .

In Lombardia la quota maggiore

L’edizione di quest’anno segnala che i 3,4 GW di nuova potenza rinnovabile installata toccano tutte le regioni italiane ma che la quota maggiore è concentrata in Lombardia, con 420 MW, di cui 405 MW di fotovoltaico, seguita dalla Puglia con 338 MW (con netta prevalenza dell’eolico, con oltre 237 MW) e dalla Sicilia (321 MW, di cui quasi 208 MW di fotovoltaico). I Comuni italiani in cui l’anno scorso nuovi impianti da rinnovabili sono stati realizzati sono oltre 7.300: oggi sono presenti in 7.879 sul totale di 7.901.

Le risorse della biomassa

Le aree montane sono da sempre un laboratorio per le fonti rinnovabili. In primo luogo per la presenza abbondante dell’acqua: la fonte idroelettrica è fondamentale anche nella Bergamasca. Ugualmente, sul fronte della produzione di calore e, nei sistemi più efficienti, di elettricità e calore combinati, anche la biomassa, grazie alla ricchezza del patrimonio boschivo, è una parte rilevante di quel laboratorio. La biomassa è un presidio cruciale sul fronte della mitigazione dei cambiamenti climatici, connessi con il riscaldamento globale di origine antropica, sia su quello dell’adattamento ai loro impatti.

La biomassa è cruciale per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici connessi con il riscaldamento globale di origine antropica

Valorizzare questa risorsa implica una gestione efficiente dei boschi, anche per garantire la capacità dei terreni di sostenere gli eventi meteorologici estremi, destinati a diventare sempre più frequenti. La filiera costituita dal bosco, dal legno e dall’energia è, comunque, di grande valore economico per i mestieri e le professioni generati nelle comunità locali: taglio, lavorazione, distribuzione, utilizzi della materia sono una pietra miliare per il rilancio delle aree montane. Intanto il solare fotovoltaico è destinato a crescere in modo importante: questa tecnologia, grazie anche alla novità delle Comunità energetiche rinnovabili, può rappresentare il fattore decisivo per il rilancio.

Nella Bergamasca montani 130 Comuni su 243

Nella Bergamasca le aree montane sono un elemento essenziale. Oggi sono classificate spesso come aree interne, ovvero «significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità), ma ricche di importanti risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate per natura». Una ricerca del Cna e del Centro Studi Sintesi ricorda che il reddito medio di un residente nelle aree interne della Lombardia è di oltre 7 mila euro inferiore a quello di un abitante dei centri urbani. Nelle aree interne regionali, in dieci anni, ha chiuso quasi il 3% delle imprese, mentre la popolazione è diminuita del 4%. Nella Bergamasca 130 su 243 Comuni, più della metà, appartiene a Comunità Montane incluse nelle aree interne.

Otto pagine su eco.bergamo di agosto

Al tema delle comunità per la produzione e l’uso delle fonti rinnovabili come occasione per il rilancio economico e sociale delle nostre valli è dedicata un’inchiesta di otto pagine nel numero di eco.bergamo, il supplemento mensile di ambiente, ecologia, green economy in edicola domenica 6 agosto gratis con il quotidiano (resta poi disponibile nell’edizione digitale di questo sito).

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