Autisti dei bus privati, la protesta continua:
«Si onorino i crediti, anche per scuolabus»

Mercoledì 17 giugno tornano a sfilare nel cuore di Milano gli autisti dei bus privati, rivendicando risposte sul futuro della categoria che tardano ad arrivare.

Appuntamenti stamattina ai caselli autostradali, da tutto il Nord Italia, poi un lungo biscione in A4, lentamente diretto a Milano, in Piazza Castello, luogo del ritrovo della manifestazione che chiede, come lo scorso 3 giugno, attenzione per una categoria che, solo a Bergamo conta circa 70 aziende e tremila lavoratori.

Si tratta di tutto quel mondo di trasporto di persone privato (scuolabus, gite scolastiche, viaggi vacanza) per il quale le richieste sul tavolo di Regione Lombardia e ministero dei Trasporti sono poche e semplici: proroga della cassa in deroga, possibilità di trasportare passeggeri a pieno carico come per gli aerei, slittamento dei mutui per il pagamento dei mezzi, possibilità di recuperare le accise sul gasolio, oltre alla richiesta che i comuni onorino i contratti per i servizi di scuolabus e paghino le rate ora sospese. Questo è uno dei punti più spinosi sul tavolo, in cui da una parte gli autisti chiedono agli enti di onorare i bandi in essere e saldare il costo del servizio, mentre dall’altra le amministrazioni si avvalgono del fatto che lo stesso servizio non è stato svolto. Sullo sfondo il mistero di un aiuto previsto dal Cura Italia, poi stralciato del decreto Rilancio. «Il primo decreto obbligava i comuni a pagare il servizio in ogni caso e quindi fino a maggio - spiega Adriano Bosio, segretario regionale Fai Autotrasporti -: stiamo cercando di portare avanti un’azione politica in accordo con Anci, affinché i comuni riconoscano alle aziende almeno una percentuale di quell’importo».

«È stato istituito un tavolo tecnico al Mit che ci ha permesso di portare le nostre istanze alla ministra De Micheli - spiega Claudio Flaccadori, titolare dell’omonima azienda di Casazza e delegato a presenziare al tavolo regionale, - che però ha mostrato come molte delle questioni che ci riguardano siano di fatto decisioni che la Regione può prendere autonomamente. In via ufficiosa poi, sembra anche che la cassa in deroga per alcuni settori, fra cui il nostro, possa essere estesa fino a fine anno: sarebbe un’importante boccata d’ossigeno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA