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Giovedì 21 Agosto 2025
Aziende Benefit, nel 62% in crescita anche il personale
LA CERTIFICAZIONE. Oltre agli obiettivi di profitto, l’impegno a operare in modo responsabile, sostenibile e trasparente. Una ventina a Bergamo.
Maggiore dinamicità, anche sul piano occupazionale, valore aggiunto più elevato, trasferimento di valore ai dipendenti, migliori margini operativi lordi. E anche propensione più elevata agli investimenti in innovazione. Queste sono gli elementi che caratterizzano le società Benefit, cioè quelle che rappresentano una tipologia di impresa introdotta in tempi relativamente recenti in Italia: una forma giuridica d’impresa – è stato precisato durante un recente evento al Point di Dalmine, promosso da Bergamo sviluppo e Camera di commercio in partnership con Intesa Sanpaolo - al cui interno dell’oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto comuni a tutte le aziende, sono previste anche finalità riguardanti il beneficio comune.
Sono state introdotte in Italia nel 2016 con la Legge di stabilità 208/2015 e prendono ispirazione dalle Benefit Corporation introdotte negli Stati Uniti a partire dal 2010
In estrema sintesi, le società Benefit operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente. Sono state introdotte in Italia nel 2016 con la Legge di stabilità 208/2015 e prendono ispirazione dalle Benefit Corporation introdotte negli Stati Uniti a partire dal 2010.
«Le finalità di beneficio che le società Benefit (4.600 oggi in Italia, una ventina a Bergamo ) perseguono – ha ricordato Luisa Musso, referente di Nativa, ente di alta formazione che accompagna professionisti e imprese nell’affrontare le sfide della sostenibilità - devono essere rendicontate attraverso una relazione d’impatto pubblica, che viene redatta da parte di un responsabile nominato dall’azienda stessa. All’interno di questa relazione devono essere inserite sia le azioni che gli impegni per il futuro. Inoltre, la valutazione degli impatti deve essere eseguita da parte di un ente terzo».
È stato Giovanni Foresti, responsabile regional research di Intesa Sanpaolo, a dare «i numeri» di un fenomeno che abbina al beneficio sociale un tangibile miglioramento delle performance aziendali. «Abbiano analizzato i bilanci aziendali degli anni 2021-2022-2023 di 1.501 società Benefit e un campione di aziende non benefit composto da oltre 17mila realtà omogeneo per macro-settore e dimensione aziendale. Nell’arco temporale 2021-2023 l’incremento di fatturato a prezzi correnti è stato del 26% per le Benefit, contro il 15,4% delle altre. Spicca la variazione in aumento del 38% per le micro imprese. E a livello di settore la migliore performance generale (+63%) è offerta dal turismo». Nello stesso periodo il 62% ha evidenziato un incremento occupazionale, contro il 43% delle non benefit, testimoniato anche dall’incremento del costo del lavoro (anche sotto forma di maggiori salari) del 25,9% contro il 12,5% delle altre. Strette conseguenze anche il maggiore valore aggiunto per addetto e la migliore produttività. Anche sul piano dell’inclusione gli effetti sono positivi: «Nelle società benefit, è più alta la presenza di donne e giovani nei board aziendali». E ancora: sempre nel periodo di riferimento hanno evidenziato una crescita del margine operativo lordo del 25,4% (contro il 17,9%), maggiori depositi di marchi e brevetti e certificazioni ambientali, un numero più alto di investimenti in energie rinnovabili.
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