Bergamo, sanità privata in sciopero
ma gli aumenti sono già erogati

Incrociano le braccia mercoledì 16 settembre i lavoratori della sanità privata, a Bergamo come in tutta Italia, chiedendo che il contratto nazionale venga rinnovato dopo 14 anni di attesa.

L’appuntamento per il presidio è alle 9.30 davanti alla sede di Ats, in via Gallicciolli, ma picchetti ci saranno anche fuori dalle singole aziende ospedaliere e dalle case di cura della provincia.

Uno sciopero la cui partecipazione potrebbe essere condizionata dal fatto che, nonostante manchi ancora la firma al contratto che a Bergamo interessa 4 mila lavoratori, qualcosa si sta muovendo. Nei giorni scorsi, infatti, l’assemblea regionale di Aiop Lombardia, l’associazione italiana dell’ospedalità privata, aveva deliberato di corrispondere ai lavoratori un anticipo dei benefici economici previsti dalla pre-intesa raggiunta a giugno. Una proposta unilaterale che permetteva alle strutture ospedaliere associate di procedere con gli aumenti degli stipendi già a partire dal mese di settembre, insieme all’erogazione dell’una tantum riparatoria di mille euro esentasse, relativa ai primi sei mesi del 2020.

Indicazione recepita, per esempio, da alcune strutture bergamasche come il Gruppo San Donato che gestisce il Policlinico San Pietro a Ponte San Pietro e San Marco a Zingonia, le Cliniche Humanitas come Gavazzeni e Castelli e l’Istituto Clinico Quarenghi. «Quella adottata da Aiop non è una soluzione accettabile, il contratto sottoscritto va applicato nella sua interezza anche nella sua parte normativa, che, in particolare in questo rinnovo, è rilevante e significativa e ancora una volta, è negata e disconosciuta» hanno spiegato Roberto Rossi e Giuliana Rota della segreteria Fp Cgil, Angelo Murabito per Cisl Fp e Antonio Montanino di Uil Fpl di Bergamo. Non solo soldi, dunque, ma anche formazione, ferie e passaggi di grado per equiparare il personale non medico della sanità privata a quello della sanità pubblica

Dal canto loro Aiop e Aris, l’Associazione religiosa degli istituti socio-sanitari, rimandano la questione alle regioni che devono recepire l’impegno preso il 5 agosto scorso e farsi carico del 50% dei costi del rinnovo contrattuale della sanità privata ritoccando tariffe e budget. Il Commissario regionale Aris Roberto Costantini, infatti, commenta: «Per noi la volontà è quella di chiudere il prima possibile la ratifica nazionale del contratto nel momento in cui le regioni riconoscono con degli atti il 50% dell’incremento del costo del lavoro che questo comporta. La Lombardia ha già dato l’impegno, così come Veneto e Sicilia, attendiamo il pronunciamento di qualche altra regione». Anche per questo motivo il prossimo 25 settembre è stata convocata l’assemblea generale dei soci Aiop, che discuterà proprio del rinnovo del contratto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA