Conbipel in concordato cambia pelle
A metà luglio le proposte di acquisto

Il fondo Usa Oaktree intenzionato a vendere: diversi gli investitori interessati. In provincia una quarantina di lavoratrici ancora in attesa della cassa di marzo e aprile.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando sul piccolo schermo mannequin in pelliccia sfilavano sorridenti accompagnate dallo slogan «Pelle, pellissima, Conbipel». L’azienda di Cocconato d’Asti, fondata nel 1958 da Franco Massa, negli anni ha cambiato «pelle»: nata come realtà artigianale per la produzione di capi in pelle, nel 2007 viene ceduta al fondo americano Oaktree Capital Management con base a Los Angeles. E, ormai da tempo, realizza capi d’abbigliamento per donna, uomo e bambino: dai capispalla alla maglieria, fino a pantaloni e vestiti.

Il piano a settembre
A marzo di quest’anno l’azienda piemontese - circa 180 punti vendita e 1.800 dipendenti - ha presentato domanda di concordato in bianco al Tribunale di Asti (giudice delegato Marco Bottallo; commissario giudiziale Maurizio Civardi). Usufruendo dei 60 giorni di proroga per la presentazione del piano, questa con ogni probabilità avverrà a settembre.

Mentre intorno a metà luglio dovrebbero essere formalizzate le proposte vincolanti di acquisto, dato che Oaktree è intenzionato a vendere. Sarà il team di professionisti che assiste Conbipel in questo delicato passaggio (gli studi legali Fubini, Jorio, Cavalli e Associati di Torino e Dla Piper di Milano; Ranalli & Associati di Torino e Vitale&Co di Milano come advisor finanziari) a fare una scrematura tra le manifestazioni di interesse pervenute. Quella che verrà individuata come la proposta migliore, sarà sottoposta ad una procedura competitiva. Al momento si sarebbero fatti avanti sia fondi d’investimento che «normali» acquirenti, con l’intenzione di rilevare la totalità dei negozi.

In Bergamasca cinque negozi
Nella nostra provincia Conbipel è presente con cinque punti vendita: Brembate, Curno (lo storico negozio sulla Briantea e quello all’interno del centro commerciale), Orio al Serio (Oriocenter) e Stezzano (Le Due Torri). In organico ci sono una quarantina di persone, per la maggior parte donne.

È Cristina Guerinoni della Filcams-Cgil di Bergamo a spiegare la situazione in cui si trovano le lavoratrici, ancora in attesa di ricevere l’indennità di cassa integrazione in deroga per Covid-19 che ha preso il via il 2 marzo: «Per fortuna le dipendenti sono rientrate al lavoro verso metà maggio e ad oggi le ore di cassa utilizzate sono poche». Essendo Conbipel una realtà multilocalizzata, cioè con sede in più di cinque regioni, la richiesta degli ammortizzatori sociali passa per tre step: «Il primo è la decretazione del ministero del Lavoro, il secondo consiste nella compilazione del modulo Ig15 da inoltrare alle sedi regionali dell’Inps. Il terzo e ultimo è la compilazione del modulo Sr41 con le indicazioni puntuali sulle ore di Cig». E «mercoledì scorso è arrivato l’ok dell’Inps in Lombardia - precisa Guerinoni - per cui adesso attendiamo il pagamento».

Come Conbipel sia arrivata a chiedere il concordato è presto detto: «L’emergenza Covid ha accelerato una situazione di difficoltà in un settore come quello della vendita al dettaglio», spiega uno dei professionisti che assiste l’azienda. Del resto, già nel 2014 e nel 2010 la società aveva sottoscritto un accordo di ristrutturazione del debito (rispettivamente articoli 182 bis e 67 della legge fallimentare). Ora si attende il rilancio dello storico marchio.

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