Dagli scarti di fibre miste Radici «estrae» capi nuovi

IL PROGETTO. Quattro anni di ricerca insieme a The Lycra Company e Triumph. Dal tessuto ricavato un completo intimo. «Innovazione senza precedenti».

Si sa, l’anello debole della sostenibilità nel tessile è il riciclo dei capi in fibre miste. L’assenza di soluzioni tecnologiche ha condannato per decenni all’incenerimento tonnellate di costumi da bagno, collant e abbigliamento tecnico composti da poliammide ed elastan. Ora, però, uno spiraglio concreto arriva dall’Italia: Radici InNova, centro di ricerca e sviluppo di RadiciGroup, ha messo a punto un sistema di dissoluzione selettiva capace di recuperare nylon e fibra Lycra da materiali misti e reimmetterli nel ciclo produttivo.

Il procedimento utilizza solventi non tossici e non infiammabili, recuperabili a loro volta, e funziona con poliammide PA6 così come con PA66

Il progetto, sviluppato insieme a The Lycra Company e al brand di lingerie Triumph, ha portato alla creazione di un coordinato intimo realizzato con fibre 100% riciclate in un vero processo circolare, dimostrando per la prima volta la validità industriale di una tecnologia spesso evocata, ma mai realmente disponibile sul mercato.

Il procedimento utilizza solventi non tossici e non infiammabili, recuperabili a loro volta, e funziona con poliammide PA6 così come con PA66. Una caratteristica che permette di ampliare lo spettro dei materiali trattabili e, soprattutto, di rendere economicamente sostenibile l’intero ciclo: vengono recuperati sia il nylon sia l’elastan, indipendentemente dalla percentuale presente nel capo.

«Importante traguardo»

«Grazie a questo progetto, il tema del riciclo nel settore tessile entra in una nuova dimensione, dimostrando per la prima volta che è possibile recuperare fibre da tessuti misti e riutilizzarle per la produzione di nuovi capi di abbigliamento», sottolinea Stefano Alini, ceo di Radici InNova, che definisce questa innovazione «senza precedenti» e capace di aprire rivoluzionari scenari di sviluppo per l’industria tessile. «Come RadiciGroup - aggiunge - siamo orgogliosi di aver ideato ed essere riusciti a raggiungere, insieme ai nostri partner, questo importante traguardo e siamo pronti a intraprendere i prossimi passi».

Il passaggio decisivo arriva con Triumph, che mette a disposizione i propri surplus produttivi contenenti il 16% di elastan. Da quel tessuto Radici InNova riesce a separare e recuperare entrambe le fibre: la Lycra viene rilavorata dal produttore statunitense, mentre il nylon rientra nel ciclo RadiciGroup sotto forma di nuovo filato Renycle

Il progetto ha richiesto quattro anni di ricerca e una sequenza di test progressivi: dapprima la messa a punto del processo, poi il recupero delle prime quantità di fibra Lycra e, infine, la verifica di riciclabilità da parte di The Lycra Company.
Il passaggio decisivo arriva con Triumph, che mette a disposizione i propri surplus produttivi contenenti il 16% di elastan. Da quel tessuto Radici InNova riesce a separare e recuperare entrambe le fibre: la Lycra viene rilavorata dal produttore statunitense, mentre il nylon rientra nel ciclo RadiciGroup sotto forma di nuovo filato Renycle.

L’unione dei due materiali dà vita a un tessuto di prova, poi utilizzato da Triumph per confezionare un completo intimo - reggiseno e slip - che rappresenta il primo esempio concreto della chiusura del ciclo: dallo scarto al capo finito, senza l’impiego di materia vergine.

«Questo progetto innovativo mette in evidenza il ruolo che l’elastan può avere nel contribuire a far progredire la circolarità nell’industria dell’abbigliamento, pur essendo reintegrate nel ciclo di filatura», commenta Nicholas Kurland, product development director di The Lycra Company. Il risultato è oggi un prototipo industrializzabile, una base tecnologica che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui il settore gestisce i propri scarti.

Una «capsule collection»

Triumph guarda già alla fase successiva: «Pur essendo ancora nelle sue fasi iniziali, siamo orgogliosi di contribuire a questa iniziativa pionieristica - afferma Vera Galarza, global head of sustainability del brand -. Il nostro prossimo passo si concentrerà sulla creazione di una “capsule collection”. Far parte di questo progetto rafforza la nostra convinzione che la circolarità dei capi di abbigliamento composti da fibre tessili miste sia possibile e siamo orgogliosi di contribuire a trasformare questa visione in realtà».

Se la tecnologia troverà applicazione su larga scala, il riciclo dei tessuti misti - oggi uno dei problemi più complessi e costosi - potrebbe trasformarsi in una nuova frontiera competitiva per l’industria italiana del tessile tecnico. Una prospettiva che coniuga sostenibilità, innovazione chimica e filiera industriale integrata: tre elementi centrali per chi vuole restare al passo con le sfide globali del settore.

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