Dall’alta moda alle mascherine
«Ma poi non dimenticateci»

Convertire la propria produzione per aiutare a fronteggiare l’emergenza coronavirus: Confezioni Tomè di Bagnatica, piccola azienda artigiana a conduzione familiare si è messa in gioco e ha rivoluzionato la sua attività.

Dopo 34 anni nella produzione di capispalla per l’alta moda, ha deciso di avviare la produzione di mascherine filtranti in cotone, lavabili e riutilizzabili. «Abbiamo deciso di convertire momentaneamente la nostra linea di produzione - ha spiegato la titolare Maria Giuditta Tomè -. Ne realizziamo circa 2 mila al giorno, con una distribuzione sulle farmacie del territorio nazionale».

La produzione è stata avviata il 13 marzo: «Abbiamo messo a disposizione del nostro Paese quello che sapevamo fare: cucire – spiega Marco Valota, direttore della produzione -. In questo momento drammatico volevamo provare anche noi a dare il nostro contributo: abbiamo lasciato i tessuti pregiati che utilizziamo per confezionare capispalla per le principali case di moda internazionali e con le nostre cucitrici specializzate ci siamo attivati». Sedici donne laboriose in azione: «Con un grazie speciale a Confindustria Bergamo, nonostante non siamo iscritti essendo una realtà troppo piccola, siamo stati sostenuti sia per tutta la procedura burocratica sia per avviare contratti di fornitura del materiale che ci garantiscono prezzi ridotti. Per questo motivo, abbiamo esposto agli esercenti un prezzo di sola copertura dei costi di produzione, chiedendo ai farmacisti di fare lo stesso nella vendita al consumatore finale». 

Nel frattempo è stata avviata anche una produzione di camici chirurgici per un’azienda lombarda: «Ci forniscono tutto il materiale certificato e li confezioniamo per poi effettuare la distribuzione negli ospedali» continua Valota che aggiunge: «Da giovane imprenditore di questa terra, messa così a dura prova dall’epidemia, oltre a ringraziare i miei collaboratori mi sento, però, di chiedere di non dimenticarsi di noi, le piccole aziende italiane che fanno battere il cuore economico del no Paese. Mi piacerebbe, quando tutto questo sarà finito, che ci si ricordasse delle tante realtà che si sono rese disponibili per dare una mano, tutelandole, almeno in segno di ringraziamento, per quello che hanno fatto e faranno per l’Italia intera».

© RIPRODUZIONE RISERVATA