Diamanti, arrivano i primi rimborsi
Sono 3,2 milioni a 250 clienti

Arrivano i primi rimborsi ai clienti del Banco Bpm rimasti coinvolti nella «truffa» dei diamanti: per 250 persone, delle 440 seguite da Federconsumatori con l’avvocato Guido Vicentini, sono stati concordati rimborsi che vanno dal 50 al 60% di quanto pagato.

Si parla di una cifra complessiva di 3 milioni 251mila euro (su un totale di oltre 10milioni 551mila euro di investimenti). Una notizia che arriva ad una settimana dalla decisione di Banco Bpm (una delle banche che ha fatto da tramite per gli investimenti in pietre preziosi) di velocizzare le procedure per le transazioni con i propri clienti rimasti coinvolti nella truffa dei diamanti consentendo anche a coloro che hanno le pietre ancora depositate nei caveau della società fallita, la Intermarket Diamond Business (Idb ), di chiudere il contenzioso e «ricevere in tempi rapidi il ristoro economico definito».

Confermata, comunque, la linea di una valutazione «caso per caso» per la valutazione dell’eventuale rimborso.. Alla data di fine marzo, Banco Bpm ha dichiarato oltre tremila transazioni concluse con i propri clienti legati alla vicenda della vendita di diamanti su 9.499 pratiche istruite, a fronte di oltre 13 mila richieste per una richiesta complessiva di 430 milioni di danni.

«Entro 15 giorni – ha spiegato il presidente di Federconsumatori Umberto Dolci ieri in una conferenza stampa – si chiuderanno le pratiche in corso e i clienti saranno chiamati dalle diverse filiali per avere quanto concordato». Prosegue ora il lavoro per concordare i rimborsi degli altri 190 clienti. Resta comunque aperta la possibilità di insinuarsi nel passivo fallimentare della Idb per avere il resto di quanto pagato.

Dolci, affiancato dagli avvocati Guido Vicentini, Rita Persico e Chiara Palazzini ha ripercorso le tappe della vicenda «che ci ha toccati anche personalmente, perché c’erano famiglie disperate», ricordando che non è stata fatta un’azione collettiva «perché i casi sono tutti diversi». Casi diversi accomunati però dal fatto che i diamanti oggetto di investimento «valevano meno di quanto sono stati pagati». Pietre che, molti, hanno lasciato in custodia nel caveau della società, poi dichiarata fallita il 15 gennaio dal Tribunale di Milano. La prima udienza dedicata alle richieste di restituzione dei diamanti sarà il 21 ottobre. Giovedì alle 18, nella sede di Federconsumatori, un’assemblea pubblica sul tema.

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