Doccia fredda alla ex Ont: stop alla produzione a Lallio

L’ANNUNCIO. A rischio una ventina di posti di lavoro su un totale di 40. Oggi sciopero e presidio. Il sindacato: l’azienda riveda la sua posizione.

E dire che, durante l’ultimo pranzo di Natale aziendale, i vertici si erano congedati dai lavoratori con un sereno «ci vediamo l’anno prossimo». Ma di certo nessuno si aspettava che, al primo incontro dell’anno con il sindacato, sarebbe stata comunicata una decisione del genere. Ovvero quella di fermare la produzione.

L’azienda è la ex Ont-Officine nastri trasportatori di Lallio, rilevata dalla padovana Bedeschi nel 2014. Durante un incontro con la Uilm di Bergamo e Cremona, la proprietà ha annunciato lo stop dell’attività produttiva - la ex Ont, nata nel 1957, realizza sistemi per la movimentazione di materiali - plausibilmente a partire da questa primavera. Per i circa 20 dipendenti che lavorano in officina è stata una doccia fredda, per quanto, come spiega Albina Pjeci della Uilm, «il timore che si potesse giungere a una scelta del genere c’è sempre stato, visto che la Bedeschi ha altre sedi produttive (il quartier generale si trova a Limena e ieri sera non è stato possibile parlare con un referente, ndr)». In più, aggiunge, «l’anno scorso l’azienda ha avuto delle difficoltà» e «a ottobre ha fatto richiesta di una cassa integrazione ordinaria per le canoniche 13 settimane». Però «un epilogo del genere non ce lo aspettavamo», ammette Pjeci.

La domanda nasce spontanea e riguarda il destino degli impiegati - un’altra ventina: gli addetti in tutto sono 40 - su cui l’azienda non ha deciso di intervenire. Anche perché, secondo la ricostruzione del sindacato, tra i colletti bianchi ci sono figure tecniche specializzate, come gli ingegneri. Per dirla tutta, Pjeci ricorda che «man mano che qualcuno raggiungeva i requisiti per accedere alla pensione, veniva sostituito da un nuovo ingresso» e che «anche nel 2023 è stata fatta qualche assunzione». A riprova del fatto che lo stop della produzione non era un’ipotesi contemplata dai lavoratori.

Dopo il faccia a faccia con l’azienda, il sindacato ha convocato un’assemblea con i lavoratori e ha indetto per oggi - 1 febbraio - uno sciopero di otto ore, con un presidio di quattro (dalle 8 alle 12). Per la Uilm e la sua Rsu la decisione della società è «una scelta che non condividiamo assolutamente: chiediamo all’azienda di rivedere la propria posizione e di individuare, anche insieme, soluzioni alternative che possano dare continuità a tutto l’organico, senza lasciare indietro nessuno». Una richiesta, sottolinea il sindacato in un comunicato, che viene da tutti i lavoratori, operai e impiegati. Il primo banco di prova verrà proprio dalla protesta di oggi e dalla compattezza (o meno) delle due compagini: colletti bianchi e tute blu, al momento divisi nella sorte.

Per il segretario generale della Uilm, Emilio Lollio, si tratta di «un inizio 2024 per niente piacevole»: «Questa notizia ci ha profondamente rammaricato e siamo contrari a una scelta che mette in difficoltà venti lavoratori con le loro famiglie». Lollio sottolinea che «nonostante Bergamo sia una provincia profondamente industrializzata, iniziamo l’anno avvertendo una maggiore sofferenza sul lavoro rispetto agli ultimi tempi». Sul caso specifico, Lollio afferma che «come Uilm riteniamo che prima di prendere prese di posizione di questa natura ci siano gli ammortizzatori sociali da utilizzare per permettere di gestire nel modo più adeguato qualsiasi tipo di riorganizzazione».

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