Droni e trattori a guida semi autonoma, la rivoluzione digitale entra nei campi

INNOVAZIONE. Bolis, presidente Confai: i cambiamenti climatici una delle sfide più grandi. «Con le nostre attività e la tecnologia contribuiamo a migliorare la resilienza dell’agricoltura».

Cambiamenti climatici, innovazione digitale, difficile ricambio generazionale, sostenibilità. E ancora: impiego nell’agromeccanica e nell’agricoltura di trattori e mezzi a propulsione ibrida o alimentati da carburanti sintetici, dotati di sensori per la guida semiautomatica, utilizzo di intelligenza artificiale con droni e satelliti per l’individuazione delle coltivazioni da curare “chirurgicamente” con fitofarmaci.

Questi i temi principali affrontati di recente sul futuro (ma anche nel presente) durante l’89ma assemblea Confai Bergamo (Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani) alla Corte Bergamina di Pagazzano. «Dovremo fare i conti sempre più spesso con i cambiamenti climatici – ha esordito il presidente provinciale dell’organizzazione, Leonardo Bolis -; non apparteniamo alla categoria degli allarmisti ma dobbiamo essere consapevoli che possiamo e dobbiamo intervenire per migliorare la resilienza dell’agricoltura di fronte ai fenomeni meteo-climatici violenti, contribuendo con le nostre attività e recependo le nuove tecnologie rivolte al minor impatto ambientale, quali l’agricoltura di precisione, l’innovazione digitale e la ricerca scientifica applicata alla terra».

«La digitalizzazione è un’opportunità»

Temi che la Confai Bergamo (oltre 500 iscritti, di cui circa 60 contoterzisti professionisti, aziende agromeccaniche che con mietitrebbie e macchine specializzate per trinciatura, distribuzione fitofarmaci e altro supportano gli agricoltori nella loro attività, per un giro d’affari stimato per questi attorno ai 70 milioni nella Bergamasca) ha sviluppato nel corso del dibattito assembleare con l’intervento di Gianluca Brunori, economista agrario, ordinario di Food Policy all’Università di Pisa e presidente del Comitato consultivo sulla Digitalizzazione in agricoltura dell’Accademia dei Georgofili, che ha parlato dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in agricoltura e delle opportunità offerte dalla digitalizzazione per le imprese agricole e agromeccaniche, argomento affrontato da Antonio Salvaterra, di Argo Tractors.

«La digitalizzazione – ha detto Brunori – è un’opportunità per rispondere alle esigenze di diversificazione delle colture (per diminuire i rischi), di integrazione di filiera (verticale e orizzontale, per fare massa critica e ottenere vantaggi), di migliore qualità del lavoro (con redistribuzione dei compiti), e maggiore visibilità delle imprese (per far conoscere la propria azienda a 360 gradi). Attraverso strumenti quali la robotica (da incentivare anche tra i piccoli produttori; può sopperire alla carenza di forza lavoro e per certe attività è più adatta dell’uomo), la sensoristica (fattore di cambiamento utile nella rilevazione delle temperature, della presenza di prodotti chimici, dell’origine del prodotto) e l’intelligenza artificiale (raccolta e classificazione di dati che con l’impiego di droni e satelliti può contribuire alla cura delle coltivazioni malate)». Sul fronte della meccanizzazione «si stanno portando avanti soluzioni di macchine e trattori elettrici, ibridi, alimentati a idrogeno e carburanti sintetici – ha stato spiegato Salvaterra - per dare risposte in base al contesto lavorativo e per ridurre l’impatto ambientale. L’introduzione di sensori sui trattori è già una realtà; facilitano la guida semi autonoma e consentono all’operatore di svolgere altre attività mentre il mezzo segue un percorso preimpostato». «La sostenibilità – ha concluso Bolis - dovrà essere la direttrice principale dell’agricoltura e dell’agromeccanica».

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