Export orobico, prosegue la discesa: -15%
Forte calo delle vendite verso gli Stati Uniti

Nei primi nove mesi. Secondo i dati Istat la nostra provincia si colloca al quarto posto per performance negative. In controtendenza Turchia e Russia. Nella top ten dei Paesi con i maggiori scambi, Svizzera unica con il segno più.

Bergamo non sale sul podio - ma per un soffio - e si colloca al quarto posto. Purtroppo per la nostra provincia, però, non è un merito: segue infatti Milano, Torino e Firenze nel registrare performance negative nelle esportazioni. Il dato dei primi nove mesi dell’anno segna un meno 15% rispetto allo stesso periodo del 2019, con il valore complessivo dell’export orobico che si attesta a 10 miliardi e 367 milioni. Un risultato che è persino peggiore della media regionale: in Lombardia le vendite oltre confine hanno totalizzato un valore di circa 82 miliardi contro i 94 miliardi e 741 milioni dei primi tre trimestri dell’anno scorso, segnando così un meno 13%.

Male anche la Lombardia

Del resto è proprio l’Istat, che ieri ha diffuso i dati, a rilevare come «a fornire i contributi negativi maggiori sono le grandi regioni del Nord». Oltre alla Lombardia, «Piemonte (meno 17,6%), Veneto (meno 11%) ed Emilia-Romagna (meno 10,6%)», che «registrano decise riduzioni delle vendite verso i principali mercati di destinazione dei prodotti italiani, quali Germania, Francia e Stati Uniti». E, sempre stando a quanto afferma l’Istat, «la Lombardia, da sola, spiega un terzo della flessione tendenziale dell’export del nostro Paese nei primi nove mesi dell’anno».

Nella nostra regione pesa il calo delle vendite di macchinari e apparecchi oltre a quello di metalli di base e prodotti in metallo. Una flessione che è contrastata dall’aumento di vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici.

Di contro, il terzo trimestre 2020 vede «una forte crescita congiunturale, diffusa a livello territoriale», precisa ancora l’Istat, con incrementi del 30,3% per il Nord Ovest. Ma per la nostra provincia, anche il dato riferito al singolo trimestre (il terzo) non sembrerebbe fare faville: 3,57 miliardi contro i 3,66 registrati nello stesso periodo del 2019.

Giù le vendite in Nord America

A livello di macro aree, le merci made in Bergamo vendute all’estero registrano perdite a doppia cifra ovunque. Nei primi nove mesi dell’anno le esportazioni verso i 28 Paesi dell’Unione europea toccano quota 6 miliardi e 574 milioni (meno 14%), mentre quelle verso i Paesi extra Ue si attestano a 3 miliardi e 792 milioni (meno 17%).

Spostandosi oltreoceano, soffre l’export verso l’America del Nord (meno 22% a 863 milioni) e anche verso l’America centro-meridionale (meno 19,7% a 226 milioni). Le cose non vanno meglio in Medio Oriente (meno 14% a 476 milioni) e nel Far East. In Asia orientale il valore delle esportazioni orobiche è di 722 milioni, in calo del 17,7%, e in Asia centrale è di 250 milioni, con una flessione del 32%.

Va da sé che anche nei singoli Stati non si assista a performance in terreno positivo, fatta eccezione, nella classifica dei 10 Paesi che più intercettano prodotti bergamaschi, per la piccola Svizzera (più 3% a 362 milioni). In Germania, sempre in testa alla «top ten», le esportazioni orobiche lasciano sul terreno quasi 11 punti percentuali (il valore dell’export è pari a 1 miliardo e 794 milioni; nei primi nove mesi del 2019 superava i 2 miliardi). Va peggio in Francia (meno 17,7% a 1 miliardo e 137 milioni) e ancor di più negli Stati Uniti (meno 22,9% a 770,5 milioni). In terreno negativo anche Spagna (meno 21% a 498 milioni) e Regno Unito (meno 20% a 463 milioni). Dagli ultimi posti della classifica esce l’Austria ed entra il Belgio.

I numeri mostrano invece un incremento in Paesi come la Turchia (da circa 153 a oltre 186 milioni), la Russia (da 121 a 128 milioni) e l’Egitto (da quasi 83 a più di 99 milioni).

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