I «nuovi arrivati» al Kilometro Rosso tra hi-tech e ricerca

BERGAMOSCIENZA. Viaggio nei laboratori che a Stezzano hanno aperto le porte: dai farmaci di ultima generazione ai materiali per l’aerospazio.

Cosa si nasconde nei laboratori del Kilometro Rosso? Durante il «Kilometro Rosso Open Labs», che si è svolto ieri nell’ambito di «Bergamoscienza», le aziende del parco tecnologico di Stezzano hanno spalancato le loro porte ai curiosi.

Tra le 14 realtà che hanno deciso di aprirsi al pubblico ce n’erano alcune che si sono insediate da pochissimo nell’hub tecnologico bergamasco

Tra le 14 realtà che hanno deciso di aprirsi al pubblico ce n’erano alcune che si sono insediate da pochissimo nell’hub tecnologico bergamasco. «Abbiamo scelto il Kilometro Rosso perché è uno degli hub di innovazione più importanti d’Italia», spiega Matteo Negro, General Manager di EsaNanoTech, startup fondata nel 2021 che ha inaugurato la sua sede bergamasca a giugno. A Stezzano, la compagnia – entrata nel 2024 in Lmdv Capital, la holding di Leonardo Maria del Vecchio – conta una ventina di addetti: «La nostra tecnologia proprietaria, Gleam, permette di produrre grafene a partire dalla plastica tramite un processo sostenibile, che consuma solo elettricità. Siamo attivi innanzitutto nel settore della radianza: vendiamo sistemi che abbattono i costi di riscaldamento degli edifici del 50-60%», conferma Negro, che aggiunge: «Lavoriamo anche sulle batterie di nuova generazione, nell’aerospaziale e sull’uso strutturale del grafene per l’automotive e il motorsport. Al Kilometro Rosso abbiamo una piccola porzione di ricerca e sviluppo e una linea produttiva per il segmento del riscaldamento».

Anche BioPharmaSpec – multinazionale della farmaceutica con laboratori nel Regno Unito, in Germania, Lituania e Stati Uniti – ha scelto il Kilometro Rosso per la sua sede italiana. «Era una scelta quasi obbligata. La struttura è all’avanguardia e la collocazione geografica – proprio al centro dell’Europa – è perfetta per le nostre esigenze. Ci occupiamo di analizzare prodotti biofarmaceutici in via di sviluppo», racconta Paola Grassi, manager del laboratorio bergamasco della compagnia. «Lavoriamo sui “biosimilars”: si tratta di farmaci realizzati tramite colture cellulari, con effetti simili a quelli dei prodotti chimici ma che utilizzano processi diversi da quelli di sintesi», continua Grassi, che precisa: «La creazione dei biofarmaci parte da cellule viventi, perciò necessita di controlli molto rigidi. Di questo si occupa il nostro laboratorio: non sintetizziamo nuovi medicinali, ma testiamo quelli di aziende terze, startup, università ed enti di ricerca. I nostri risultati servono poi agli agenti regolatori per valutare l’approvazione dei farmaci, nonché a chi li produce per apportare cambiamenti e miglioramenti».

A gennaio ha fatto il suo ingresso tra le realtà del Kilometro Rosso anche il Gruppo Gaser, fondato nel 1945 e che oggi conta undici sedi sparse in Italia, nonché una in India. «Abbiamo creato a Bergamo il nostro hub di ricerca e sviluppo, dove ci occupiamo di ricerca, test, prototipazione e formazione: la cornice del Kilometro Rosso ci è sembrata perfetta per queste finalità», dichiara Valentina Politi, manager del marketing e della comunicazione dell’azienda. Al Kilometro Rosso, Gaser vanta un team di tre figure altamente specializzate, tra cui un Innovation Manager e un R&D Manager: «Si tratta di professionisti fondamentali per lo sviluppo del nostro gruppo, che si occupa del rivestimento superficiale dei metalli», continua Politi, che conclude: «Lavoriamo per tanti settori diversi, che vanno dall’automotive alla manifattura, passando per l’alimentare. A Stezzano è stato creato un impianto pilota su scala ridotta per i trattamenti galvanici superficiali, basati su sostanze chimiche e corrente elettrica. Abbiamo anche una cabina di verniciatura per i rivestimenti polimerici, che rendono i metalli anti-aderenti e anti-corrosivi».

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