I servizi tecnologici del territorio
raccontati in un libro de «L’Eco»

Una realtà che a Bergamo raggiunge i 76 mila addetti e che viene raccontata nel quinto volume della collana «Bergamo-Terra di imprese», pubblicato dal gruppo «Sesaab» e da giovedì 14 novembre in distribuzione nelle edicole.

L’alto valore professionale e specialistico dei servizi alle imprese sostiene l’intero ecosistema dell’imprenditoria bergamasca. Parliamo di imprese che coprono i settori dell’elettronica e dell’energia, dell’utilities e dell’informatica, fino alle attività professionali, alla comunicazione, alla finanza e al commercio. In una parola il comparto dei servizi innovativi e tecnologici. Una realtà che a Bergamo raggiunge i 76 mila addetti (secondo i dati più recenti, quelli del rapporto Istat 2015) e che viene raccontata nel quinto volume della collana «Bergamo-Terra di imprese», pubblicato dal gruppo «Sesaab» e da giovedì 14 novembre in distribuzione nelle edicole.

Il settore dei servizi alle imprese (nel complesso il settore dei Servizi in provincia occupa 142.365 operatori) si presenta oltretutto con un trend decisamente in controtendenza rispetto ad altre attività. Tanto che nel periodo tra il 2011 e il 2016 è cresciuto del 7,6%, passando appunto da 70.549 alle attuali 75.937 unità. «Negli attuali sistemi produttivi e industriali – sottolinea Dario Tognazzi, presidente del gruppo Sit (Servizi innovativi e di tecnologia) di Confindustria Bergamo che associa più di 250 aziende del territorio – c’è una forte interdipendenza tra il comparto dei servizi alle imprese e il manifatturiero».

E più in generale questi servizi hanno un peso rilevante nello sviluppo del sistema economico tout court. «Il Italia valgono il 40% del totale del valore aggiunto; il 16% dei costi intermedi delle imprese manifatturiere afferisce ai servizi». Anche se è opportuno sottolineare che l’evoluzione delle forme organizzative delle imprese e della produzione hanno avuto come conseguenza l’esternalizzazione di attività e di addetti dalla manifattura al comparto dei servizi alle imprese e quindi la necessità per l’industria di ricorrere ai servizi offerti dal mercato.

Il primato, nella Bergamasca, spetta ai servizi di rete (trasporto, finanza ecc.) con una percentuale del 40,4% e a quelli operativi (servizi di vigilanza, pulizia, call center) con il 31,1%. Un po’ meno bene rispetto al resto della Lombardia vanno invece i servizi ad alto contenuto di conoscenza come quelli riferiti a ricerca e sviluppo, o alle attività legali e di contabilità, sebbene rappresentino comunque il 27,8% in termini di unità locali e il 15,8% in termini di addetti. Uno spaccato, analizzato anche dal punto di vista statistico, che si ritrova nelle pagine del volume «Servizi innovativi e tecnologici» ed è spiegato attraverso l’attività di undici imprese orobiche.

Con una puntualizzazione non da poco del presidente del Gruppo Sit, Dario Tognazzi: «Il successo di un sistema territorio oggi non si può più pensare che dipenda o sia determinato da un singolo soggetto. Oggi è quasi sempre dimostrato che ogni volta che si pensa a progetti autonomamente, ritenendo di farcela da soli, si è quasi sempre destinati a fallire. E comunque il risultato finale è sempre inferiore alle potenzialità che si sarebbero potute realizzare facendo team costruttivo con altre aziende, networking con altre competenze e saperi. Oggi siamo in piena trasformazione digitale del modo di produrre, di organizzare il lavoro e di fare impresa». Il sistema territorio è avvisato.

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