La moda bergamasca ottimista a Pitti: «La qualità made in Italy resta al top»

LA KERMESSE. Ha aperto martedì 9 gennaio il grande evento internazionale: presenti 10 aziende orobiche. C’è chi confida nella ripresa dei mercati asiatici e chi non nasconde le criticità geopolitiche.

Firenze chiama e Bergamo risponde. Degli 832 brand (il 46% esteri) partecipanti all’edizione 105 di Pitti Uomo che si aperta ieri (fino a venerdì), dieci sono infatti orobici. A presentare le proprie collezioni per l’autunno-inverno 2024-2025 in una delle 5 sezioni della kermesse - (Fantastic Classic, Futuro Maschile, Dynamic Attitude, Superstyling e I Go Out) sono Calzificio Bresciani di Spirano, Camiceria Maffeis di Bergamo, Essenza di Cerete, Filologiko di Zanica con i due marchi Capobianco e Roberto Ricetti, Heritage Trade Company di Clusone, Maglificio Scaglione di Bergamo, Mazzoleni Gloves di Mozzo, Minoronzoni di Ponte San Pietro, Officina Italia di Sotto il Monte Papa e V. & V. Italian Style di Alzano Lombardo con Sonrisa Camiceria Uomo e Ghirardelli Next.

Tutti concordano nel ritenere che Pitti sia «un luogo che fa da specchio alle tendenze, alla creatività e alle nuove istanze che attraversano la società» ed «una vetrina unica per intercettare buyer in arrivo da tutto il mondo, designer e clienti provenienti da tutti i continenti». La vocazione internazionale della rassegna di moda fiorentina si legge anche nell’origine degli espositori, nel 43% dei casi esteri, nella scelta dei Guest designer dell’edizione 2024 e nelle collaborazioni siglate, che strizzano l’occhio alla Germania, ai Paesi nordici, al Giappone, agli Stati Uniti e alla Francia.

Tanti appuntamenti in agenda

In questo scenario globale, alte le aspettative dei bergamaschi. «Per questa edizione 2024 siamo ottimisti, avendo già in agenda diversi appuntamenti. Dopo un 2022 eccezionale ed un 2023 piuttosto buono, ci approcciamo a questo nuovo anno con fiducia, complice anche il segmento di mercato in cui ci muoviamo. Nonostante la difficile condizione geopolitica mondiale, l’alta gamma made in Italy tiene infatti il passo, non risentendone troppo», spiega Massimiliano Bresciani, presidente e responsabile commerciale del Calzificio Bresciani.

Mette l’accento sull’importanza della ripresa delle esportazioni Minoronzoni 1953: «Restiamo propositivi e ci proiettiamo nel futuro con ottimismo. Da questo Pitti ci aspettiamo buoni risultati e confidiamo soprattutto nella ripartenza di alcuni mercati esteri come, ad esempio, quelli asiatici e la Russia. I segnali che abbiamo ci lasciano ben sperare», afferma il titolare Giacomo Ronzoni.

Più cauto nella valutazione è invece Giovanni Scaglione, titolare dell’omonimo maglificio: «Dopo l’euforia dei risultati post Covid, nell’ultimo anno abbiamo dovuto fronteggiare un sensibile aumento dei costi e il conseguente timore da parte degli acquirenti all’acquisto. Fattori che, addizionati al complesso momento storico che stiamo vivendo, hanno impattato sulle performance. A Pitti andiamo dunque con gli occhi aperti per captare l’andamento del nostro settore: difficile fare previsioni ma rimaniamo positivi per il 2024».

Smi: primi mesi 2024 difficili

Un 2024 che, in base alle valutazioni di Smi (Sistema Moda Italia), per il comparto sarà in salita: si ipotizza infatti una sofferenza del settore fino a maggio-giugno, complice soprattutto il perdurare delle difficili situazioni internazionali, che non permettono di previsioni a lungo termine.

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