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Mercoledì 12 Novembre 2025
Le cinghie per libri: da un’idea, Legami
è arrivata in 70 Paesi
CREATIVITÀ . Il fondatore Fassi apre le porte della sede di Azzano dove nascono le penne animaletto e gli altri oggetti di un fenomeno. Fatturato verso i 300 milioni.
Legàmi, Lègami o Legamì. Qualunque sia la pronuncia, italiana o alla francese, la sostanza non cambia: la società conosciuta per le sue penne cancellabili, le agende e i calendari è la fabbrica delle emozioni. Quelle della meraviglia dei bambini e degli adulti, che a volte si ricordano di sognare. Fondata nel 2003 da Alberto Fassi, Legami, con sede principale ad Azzano San Paolo, porta 5mila prodotti in oltre 70 Paesi. Nell’anno fiscale 2024-2025, chiuso lo scorso marzo, l’azienda ha superato i 245 milioni di fatturato, con 44 milioni di utile netto. Il 48% dei ricavi proviene dall’Italia, il 37% dai mercati di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, e il 15% dal resto del mondo. E per l’anno fiscale 2025 (che si chiude a marzo 2026), l’azienda prevede di superare i 300 milioni.
La storia di Legami
Dopo la laurea in economia, un anno di lavoro in una società di revisione. Tanto è bastato a Fassi per capire che la sua strada doveva essere totalmente diversa e si è reinventato come creativo. La sua prima intuizione è stata la cinghia che un tempo teneva insieme i libri, reinterpretata con sette colori per sette emozioni. Fin dall’inizio, Fassi ha avuto due visioni: internazionale – grazie ai viaggi e alla conoscenza dei mercati asiatici – e radicata alle origini, nelle cartolerie e librerie che hanno sostenuto il brand nei primi anni.
Oggi il marchio conta 146 boutique, di cui sei a Parigi e quattro in Spagna, con una nuova apertura imminente a Madrid a dicembre
La sede
Mentre parla, Fassi si muove nel cuore creativo dell’azienda, il laboratorio interno guidato da Simona Pasta, R&D Graphic Director, una delle donne che compongono l’80% della popolazione aziendale. Qui designer, grafici, product e project manager sviluppano centinaia di progetti ogni anno, pronti per il mercato in sei-otto mesi. Prodotti come le penne animaletto, sviluppate in quattro-cinque anni, sono diventate un simbolo in tutto il mondo. Taccuini, calendari, corde per saltare, tombole, domino: oggetti che raccontano storie.
Il primo negozio
Il 2009 ha segnato una svolta importante in questa storia: viene aperto il primo negozio di proprietà all’interno dell’aeroporto di Orio al Serio, esperimento che anticipa il concept store di Bergamo, e nel 2016 il fatturato raggiunge i 20 milioni con presenza già consolidata in Francia e Spagna. La crescita accelera con l’ingresso del fondo, Alto Partners e Rancilio, nel 2016, e con la conseguente ristrutturazione della governance. Nel 2019 è nata la piattaforma e-commerce, in partnership con Salesforce, e il fatturato è salito a 29 milioni. Dopo il Covid, nel 2022 Legami ha raggiunto i 76 milioni e nel 2023 è entrata DeA Capital con il 42% delle quote a supporto dello sviluppo internazionale: Fassi mantiene il 54%, mentre a Massimo Dell’Acqua e Giuseppe Soda fa capo il 4% residuo. «Nonostante i numeri, lo spirito resta quello di una start-up: curiosa, agile, sempre alla ricerca di nuove strade», racconta Dell’Acqua, managing director, ex Kiko Milano.
I numeri
La produzione di Legami si concentra soprattutto in Asia, tra Cina, India e Vietnam, dove l’azienda ha costruito relazioni solide da oltre 16 anni. Alcune linee strategiche, come le agende, vengono invece realizzate in Italia. Oggi il marchio conta 146 boutique, di cui sei a Parigi e quattro in Spagna, con una nuova apertura imminente a Madrid a dicembre, oltre a 600 corner in shop-in-shop e 10mila rivenditori in 70 Paesi. La recente partnership con Barnes & Noble e Lovels ha aperto le porte del mercato statunitense, mentre in Francia e Spagna l’azienda opera tramite filiali dirette. Legami dà lavoro a 1.400 persone, con un’età media di 32 anni, di cui 220 nella sede di Azzano. La presenza femminile è forte, soprattutto nel team creativo, cuore pulsante dell’innovazione. L’azienda investe costantemente in welfare, formazione e sviluppo, offrendo nido e scuola materna per i figli dei dipendenti, una palestra interna e oltre 12mila ore di formazione erogate solo nel 2024.
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