Meccanotessile in salute, l’87% destinato all’export

I numeri Acimit. Nel 2022 la produzione e le esportazioni cresciute del 10%. Previsioni positive per il 2023. Itma, 42 le aziende orobiche in fiera a Milano.

Nel 2022 una crescita a doppia cifra del settore meccanotessile italiano, 300 aziende per 12.900 addetti. Sia la produzione sia le esportazioni italiane di macchine tessili hanno infatti registrato un +10% sul 2021. Il fatturato ha superato i 2,6 miliardi di euro, l’87% realizzato all’estero per un valore di 2,3 miliardi di euro.

Sono dati positivi quelli che Acimit, l’Associazione dei costruttori italiani di macchinario per l’industria tessile, ha presentato ieri nel corso della conferenza stampa a Stresa dove è stata annunciato il ritorno in Italia, dopo otto anni, di Itma, la più importante fiera del settore, in programma dall’8 al 14 giugno a Fiera Milano-Rho. Confermata la presenza di quasi 400 espositori (il 30% italiani), 42 i bergamaschi, su uno spazio di circa 36mila metri quadrati, +20% di superficie rispetto all’edizione precedente a Barcellona.

«L’andamento positivo del settore - ha sottolineato Alessandro Zucchi, presidente Acimit - non cancella gli ostacoli che le aziende devono ancora affrontare». «Anche in questo prima parte del 2023 - ha poi aggiunto - permangono condizioni avverse al business: inflazione, i freni al funzionamento delle catene del valore, prezzi delle materie prime energetiche al di sopra della media. Tuttavia le previsioni elaborate dal nostro Ufficio Studi indicano un miglioramento nella seconda parte dell’anno e nel triennio 2024 – 26».

Attesi 150mila visitatori, un incoming di 140 top buyers provenienti da 25 paesi. Le macchine tessili italiane sono infatti dirette in Asia e in Europa nel 79% dei casi. Primo paese di destinazione la Cina con 244 milioni di euro nel 2022. Al secondo posto, a brevissima distanza, la Turchia che acquista tecnologia dall’Italia per la sua l’industria tessile per 242 milioni di euro con un incremento in un anno del 23%. Segue l’India con 153 milioni di euro ma una crescita nel 2022 di +86%. «India, Uzbekistan e Vietnam sono i paesi dove l’export sta crescendo – ha specificato Zucchi – pur tenendo, ma con oggettive difficoltà, il mercato del Far East e della Turchia».

Sostenibilità, i timori asiatici

Da alcuni rappresentanti di industrie tessili asiatiche, presenti ieri a Stresa, sono emerse alcune perplessità (per rischio aumento dei prezzi delle macchine, in primis) sulla grande spinta verso la sostenibilità che vede impegnate le aziende italiane. Valore che per Acimit si riassume sotto l’etichetta verde, «Green Label». Mentre l’Ue incentiva, sostiene e obbliga il sistema industriale ad adeguarsi in modo rigoroso agli obiettivi del Green Deal per il 2030, lo scostamento con il resto del mondo infatti aumenta.

Questo genera alcune difficoltà: per le aziende europee investire in sostenibilità può significare un aumento dei costi, non sempre accettati dai clienti finali. «Tuttavia gli sforzi per la sostenibilità dei processi dovuti a macchinari più performanti, efficienti e certificati vengono premiati da agevolazioni, per esempio, sui dazi in ingresso» ha spiegato Alessandro Zucchi accennando al Brasile.

Il nodo dei tempi di consegna

Altro tema al cento dell’attenzione, quello dei tempi di consegna dei macchinari che si sono dilatati a partire dal 2021. «Si sta tornando alla normalità dopo un periodo di difficoltà di reperimento di materie prime, energia e anche trasporti – ha concluso il presidente di Acimit – molto è stato dovuto alla speculazione, ma ora il tema più rilevante è la scarsità sui mercati dei componenti elettronici ed è un problema globale, non solo italiano».

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