RadiciGroup, sui conti pesa il caro energia: «È un 2023 difficile»

Scenario. Il presidente: l’anno scorso volumi inferiori al 2021, fatturato a 1.542 milioni. States nuovi concorrenti. «In Europa la domanda di polimeri è ancora debole».

I contraccolpi della guerra in Ucraina pesano sui conti di RadiciGroup e sulle previsioni di quest’anno che, secondo il presidente Angelo Radici, sarà «particolarmente difficile». «Chiuderemo il bilancio 2022 con un fatturato aggregato di 1.542 milioni, praticamente pari rispetto al risultato 2021 (1.508 milioni il giro d’affari due anni fa, ndr), ma con volumi inferiori all’anno precedente». Alle spalle, dunque, un anno «stressante» che ha visto la multinazionale orobica leader nei business della chimica, dei tecnopolimeri ad alte prestazioni e delle soluzioni tessili avanzate, combattere ad armi «impari» con un mercato stravolto dagli effetti del conflitto russo-ucraino.

Risultato? «Per la prima volta noi, come gli altri produttori europei di tecnopolimeri, oltre alla concorrenza dei competitor dei Paesi del Sudest asiatico, abbiamo subito quella degli Stati Uniti. Quando da noi, per effetto delle sanzioni alla Russia, il costo del gas è andato alle stelle, ricordo che a luglio ha superato i 300 euro al megawattora, gli americani hanno aumentato la loro produzione riuscendo così a tenere basso il costo dell’energia e di conseguenza i prezzi dei loro listini. Questo ci ha fatto perdere quote di mercato che ancora oggi fatichiamo a recuperare pur a fronte della discesa dei costi energetici».

«Se poi aggiungiamo il rallentamento del mercato dell’automotive in Europa - prosegue Angelo Radici - i conti in negativo sono presto fatti». Il peso «insostenibile» della bolletta energetica ha portato anche allo stop per due mesi, a fine anno, della Radici Chimica di Novara che realizza i materiali base per la produzione del nylon 66 di tutti gli stabilimenti del gruppo. «Una chiusura sofferta e complessa, ma eravamo arrivati al punto che più producevamo, più perdevamo. Ora siamo ripartiti e piano piano i volumi stanno aumentando».

Nessun fermo, invece, negli stabilimento bergamaschi. Sulle previsioni il presidente non si sbilancia. «La domanda di polimeri in Europa resta ancora molto debole, i prossimi mesi saranno determinanti». Il quadro di incertezza generale «non consente di fare previsioni sull’andamento dei costi, in particolare di energia e gas, che in un’azienda come la nostra incidono sia a livello di materie prime, sia di costi di trasformazione». Per un gruppo che consuma oltre 450 GigaWatt di energia (circa 220 solo negli stabilimenti bergamaschi) la voce energia nel bilancio rappresenta una variabile importante.

Il 21 aprile l’inaugurazione dello stabilimento in Cina, a maggio di quello in India

Detto questo, Angelo Radici conferma gli obiettivi di sviluppo per rafforzare la presenza di RadiciGroup nei mercati globali e incrementarne la competitività degli stabilimenti. Focus, in particolare, sull business dei tecnopolimeri ad alte prestazioni (high performance polymers) nelle principali aree di sviluppo nel mondo dove l’economia è già tornata a correre dopo la pandemia. Tratto distintivo continuerà ad essere la sostenibilità. «Il mercato, anche quello dell’automotive che per noi genera oltre il 50% dei ricavi, richiede prodotti sempre più caratterizzati da un’impronta green, su questo concentriamo da tempo i nostri investimenti».

Prosegue lo sviluppo in Asia

Il 21 aprile prevista l’inaugurazione del nuovo stabilimento cinese di 25mila metri quadrati nel Parco Industriale del distretto di Suxiang nella città di Suzhou, un centinaio di chilometri ad ovest di Shanghai. Sostituisce quello attivo dal 2007 portando un aumento della capacità produttiva di tecnopolimeri di 30mila tonnellate l’anno per rispondere alle aspettative di forte crescita che si registra nell’area asiatica.

In questa direzione va letta anche l’acquisizione, lo scorso anno, del business Engineering Plastics - compreso un nuovo stabilimento in costruzione nella città di Halol (Gujarat) - di Ester Industries Ltd, società indiana fondata nel 1985 dalla famiglia Singhania. Un’operazione da 35 milioni di euro. La società è anche fortemente presente nel settore del film per packaging (il 30% destinato all’export) e dispone di impianti di produzione all’avanguardia a Khatima e Sitarganj nell’Uttarakhand. A maggio l’impianto sarà operativo consentendo così alla società bergamasca - in India dal 2006 - di potenziare ulteriormente la propria presenza nel grande paese asiatico.

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