Sanpellegrino, manca l’anidride carbonica: ipotesi contratto di solidarietà per i dipendenti

L’ammortizzatore. Lunedì incontro tra le parti per trovare un accordo. I sindacati chiedono un’integrazione dell’azienda all’indennità Inps.

L’accordo ancora non c’è e per cercare di trovarne uno le parti - Sanpellegrino e sindacati di categoria - si incontreranno lunedì alla sede di Confindustria Bergamo. A tenere banco allo stabilimento bergamasco di Ruspino è sempre lo stesso tema: la carenza di anidride carbonica che conferisce bollicine all’acqua minerale.

Attività fermata per due giorni

E se poco meno di due settimane fa l’azienda aveva optato per un fermo produttivo di un paio di giorni, con il ricorso alle ferie (su base volontaria) o ai permessi Rol (Riduzione dell’orario di lavoro) previsti dal contratto nazionale per tutti i 440 dipendenti - senza distinzione tra chi lavora in produzione e impiegati - ora la richiesta avanzata, ma non ancora discussa nei dettagli, è quella di fare ricorso a un contratto di solidarietà.

Venerdì i sindacalisti di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila di Bergamo incontreranno i lavoratori in assemblea per informarli sullo stato dell’arte. La richiesta sembra andare nella direzione di un Cds retroattivo con avvio da lunedì 26 settembre, che, considerata la situazione, sembra plausibile che possa durare fino a fine anno. Per quanto riguarda invece il numero dei lavoratori coinvolti, le parti ne discuteranno nell’incontro del 3 ottobre. E per il momento né azienda, né sindacati rilasciano dichiarazioni, attendendo il giorno dell’imminente confronto.

La richiesta avanzata dall’azienda, ma non ancora discussa nei dettagli, è quella di fare ricorso a un contratto di solidarietà.

La richiesta di integrazione

Da parte sindacale sarebbe emersa una prima richiesta e cioè quella di un’integrazione, a carico dell’azienda, in modo da attutire la differenza tra l’indennità che corrisponde l’Inps al lavoratore e quella che è la sua busta paga. La mancanza di CO2 va ad impattare sia sull’acqua minerale S. Pellegrino, sia sulle bibite che vengono imbottigliate nel sito della Val Brembana.

La mancanza di CO2 va ad impattare sia sull’acqua minerale S. Pellegrino, sia sulle bibite che vengono imbottigliate nel sito della Val Brembana

All’origine di questo problema ci sarebbe l’aumento del costo dell’energia che va ad incidere sull’estrazione dell’anidride carbonica per uso alimentare. Sul tema, qualche settimana fa, è intervenuto anche il Codacons, che ha presentato un esposto all’Antitrust in cui chiede di accertare la condotta dei cinque maggiori produttori e distributori di CO2 che «avrebbero improvvisamente comunicato la sospensione della fornitura di anidride carbonica mettendo in difficoltà non solo le aziende produttrici di acque minerali e bevande, ma anche le imprese che utilizzano CO2 per la buona conservazione degli alimenti confezionati». E, a riguardo, l’associazione ha avanzato la richiesta all’Agcm di avviare un’istruttoria per «verificare se la condotta posta in essere dalle maggiori imprese di settore possa risultare un abuso di posizione dominante». Nel frattempo realtà come la Sanpellegrino devono fare i conti con le disponibilità di CO2 giorno per giorno.

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