Società: crescita maggiore per le grandi. Più ricavi, ma l’inflazione erode i margini

I BILANCI 2022. Analizzate 6.610 imprese bergamasche: pesa l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia. Forte rimbalzo della ristorazione nel post pandemia. Per il 2024 buone aspettative grazie alla riduzione dei tassi.

Ricavi cresciuti, ma marginalità ridotta. Il dato balza all’occhio dall’analisi condotta per il terzo anno consecutivo dallo studio Rescigno Carrara di Bergamo sui bilanci delle imprese bergamasche. Stavolta sotto la lente è finito l’esercizio 2022 di 6.610 realtà, di cui 5.044 nano imprese con un fatturato inferiore ai 4 milioni di euro, 710 piccole imprese tra i 4 e i 10 milioni, 688 medie tra i 10 e i 50 milioni, 121 grandi tra i 50 e i 150 milioni e 47 che superano i 150 milioni.

«Abbiamo cercato di capire l’impatto che fattori come inflazione, rincari delle materie prime e aumento del costo del denaro hanno avuto sui risultati economici, patrimoniali e finanziari dei bilanci 2022 - fa presente Marco Rescigno -. Dal campione analizzato emerge un aumento medio nominale del fatturato del 16,3% rispetto al 2021». Dato che, però, va letto tenendo conto dell’aumento dell’11,6% dell’indice nazionale prezzi al consumo: l’aumento medio reale quindi è stato del 4,7%. La marginalità media, invece è aumentata del 12,6%, con un incremento reale rispetto al 2021, al netto del tasso d’inflazione, dell’1% appena. «Questo conferma - aggiunge Rescigno - che le aziende orobiche sono state penalizzate dall’aumento del costo delle materie prime e dell’energia, che spesso non è stato possibile traslare sui prezzi di vendita».

Le imprese più capaci di trasferire a valle i rincari sono state quelle classificate come «molto grandi», che infatti hanno registrato non soltanto una maggiore crescita dei ricavi (+22%) rispetto alla media del campione, ma anche una migliore marginalità (+19,4%).

Il 2022 ha visto poi un generale miglioramento della posizione finanziaria netta delle società (+5,5%), ma con notevoli differenze a seconda delle classi dimensionali, dal +25,6% delle realtà più piccole al -22,4% di quelle molto grandi. In pratica, al crescere delle dimensioni corrisponde un graduale peggioramento della posizione finanziaria netta.

«Questo perché - spiega Paola Carrara - le imprese di dimensioni maggiori hanno continuato a investire in maniera significativa nel 2022 rispetto all’anno precedente, come dimostra l’incremento delle immobilizzazioni (+7,1% per le molto grandi, + 4,6% per le grandi e + 12% per le medie) rispetto a quelle di più piccola dimensione (+1,9% per le nano imprese e + 1,5% per le piccole), ma anche perché da parte delle realtà più grandi c’è stata la corsa ad accaparrarsi scorte di materie prime per garantire la continuità produttiva in un periodo di forti turbolenze sui prezzi e di shortage di materie sul mercato».

A pagare la crescita del costo del denaro con l’aumento dei tassi del 2,5% in quattro step da parte della Bce sono state, invece, soprattutto le imprese di minori dimensioni. A livello settoriale, poi, lo studio evidenzia l’enorme rimbalzo della ristorazione (+37,6%), “ma il confronto 2021 era per lo più in perdita», per la pandemia, ricorda Carrara, come pure della carta e cartotecnica (+33,7%) e dell’edilizia (+23%), che è stata avvantaggiata dal «Superbonus».

Nel 2022 si è registrato anche un aumento del costo del personale (+7%) «determinato solo dall’aumento degli occupati (+2%)», sottolinea Carrara. «In sostanza - concludono Rescigno e Carrara - il sistema è cresciuto in termini reali, ma ha dovuto combattere con un anno che ha presentato fattori esogeni unici, come i continui aumenti dei tassi d’interesse, un livello d’inflazione che non si vedeva dagli anni Ottanta e una geopolitica decisamente negativa con lo scoppio della guerra in Ucraina».

Previsioni per il 2024? «Le aspettative per il primo semestre sono positive anche grazie all’attesa riduzione dei tassi d’interesse, ma non sappiamo con quale velocità verrà invertita la rotta. Anche perché, purtroppo, il cigno nero è sempre dietro l’angolo».

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