Tassa sulla plastica, è polemica
«I produttori non sono ascoltati »

Buone le intenzioni, sbagliato il metodo. La tassa sulla plastica non piace al mondo delle imprese (e non solo) per come è stata concepita e applicata, anche se è condivisibile la battaglia per ridurre l’uso di questo materiale. Se n’è parlato in particolare a Rimini alla fiera Ecomondo.

È qui che si è levata la voce contraria dell’imprenditore bergamasco Roberto Sancinelli, patron della Montello, azienda leader nel riciclo della plastica. «La plastic tax - ha detto all’Ansa - è una legge sbagliata. Vogliamo tornare indietro, rinunciare a questo materiale? L’Italia è leader in Europa in questa produzione, e sono tutte piccole e medie aziende. Il problema è la gestione, è riciclare. La plastica in mare non ci deve finire. Ma il governo non ha mai sentito gli operatori del settore prima di decidere». Per Sancinelli, «il premier ha deciso di vederli solo adesso, dopo che sono scoppiate le polemiche. Come sempre, in Italia si interviene dopo». Ma secondo l’imprenditore, «l’assurdo è che tassano anche la plastica riciclata. Dicono che bisogna riciclare, e poi la tassano. Il governo dice che vuole esentare la plastica compostabile dall’imposta. Ma la plastica compostabile non si trasforma in compost come i rifiuti organici. Ci sono tempi e procedimenti diversi». Per il titolare della Montello «un compromesso potrebbe essere quello di dimezzare la Plastic tax, giusto per fare un po’ di cassa, ed esentare completamente la plastica riciclata».

Negli stabilimenti italiani della Brembo sono stati eliminati tutti i distributori automatici di bottigliette di acqua, e di questo è orgoglioso il presidente Alberto Bombassei: «Il nostro è un piccolo esempio virtuoso, avviato due anni fa, con l’obiettivo di ridurre drasticamente l’uso della plastica. Abbiamo dotato tutti i nostri dipendenti di una borraccia in alluminio e eliminato dagli stabilimenti italiani tutti i distributori automatici di bottigliette. Chi vuol bere acqua o altre bevande va ai nuovi distributori usando la propria borraccia personale». Non solo: «Vogliamo estendere le stesse pratiche anche agli stabilimenti esteri. E intanto stiamo lavorando sugli imballaggi». Ma tutto questo non impedisce a Bombassei di criticare la nuova legge: «Il senso del provvedimento del governo va nella giusta direzione. L’errore è il metodo seguito. Non si possono fare le cose dalla sera alla mattina, bisogna dare tempo ad imprese e utilizzatori di cambiare con gradualità e buon senso. È un po’ lo stesso metodo adottato per i veicoli elettrici: “da domani tutti sull’auto elettrica”, una stupidaggine autolesionista per noi italiani dato che non produciamo neppure una macchina elettrica in Italia».

Tuttavia a criticare la Plastic tax non sono solo le imprese ma è persino l’ex ministro dell’Ambiente e e presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, il bergamasco Edo Ronchi: «La plastic tax è stata fatta male e in modo affrettato. Abbiamo due direttive europee in tema di imballaggi in plastica e tipi particolari di plastica. Se importassimo queste direttive e vedessimo poi quali strumenti economici utilizzare, avremmo un’altra soluzione, che non sia quella di fare cassa, mettendo un tot al chilogrammo. Non è questo l’approccio utile per affrontare i temi della sostenibilità e dell’economia circolare».

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