Tracciabilità e modello 730, rischio caos sulle detrazioni. Caf e commercialisti: urge la proroga

Troppi pagamenti in contanti non consentirebbero più i rimborsi. Richiesta una proroga al prossimo anno al prossimo anno «per tutelare i contribuenti delle fasce più deboli».

Un percorso per favorire l’uso di mezzi di pagamento tracciabili, quello introdotto dalla scorsa Legge di Bilancio che, al comma 679 dell’articolo 1, che ha disposto l’obbligatorietà di carte e bancomat, ai fini dell’accesso alle detrazioni Irpef del 19%, ma che in questi mesi sta diventando una corsa a ostacoli nella presentazione dei 730, tanto che i Caf chiedono al governo una proroga al prossimo anno «per tutelare i contribuenti delle fasce più deboli». Il problema si sta ponendo in questi mesi, perché tanti contribuenti ignorano ancora la normativa, ed avendo pagato ancora in contanti alcune tipologie di spese (mediche in regime privato non accreditato, abbonamento ai mezzi pubblici, spese veterinarie, spese scolastiche e sportive) rischierebbero di perdere gli sconti fiscali richiedibili appunto con il modello 730/2021. Si teme quindi un effetto «paralisi» o almeno un forte rallentamento delle pratiche perché c’è chi non ha conservato gli scontrini o le ricevute delle carte di credito.

«Sicuramente la verifica dei pagamenti tracciabili comporta un aggravio dei controlli -spiega Simona Bonomelli, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Bergamo -, ma il problema più grande è che c’è stata poca informazione sul tema: la maggior parte dei contribuenti si è accorto solo ora di questa disposizione. Quindi anche per noi è auspicabile una proroga di un anno, perché la gente prenda più coscienza della norma».

In una proiezione fatta dall’Osservatorio Cisl, equivale a 850 milioni di euro la cifra che la legge di bilancio prevede come maggiori entrate in virtù del nuovo obbligo. Per i contribuenti bergamaschi si attestano a quasi 10 milioni di euro le detrazioni che potrebbero essere non rimborsate.Il Caf di Cisl Bergamo, che lo scorso anno ha lavorato 120.707 mila pratiche 730 sta chiedendo «che la nuova disposizione entri in vigore con la dichiarazione del prossimo anno – spiega Candida Sonzogni, segretaria Cisl Bergamo -, per dar modo alla gente di adattarsi a un criterio comunque poco pubblicizzato e che rischia, ora, di impedire alla grande maggioranza dei contribuenti, di rientrare in possesso di somme sulle quali comunque si faceva conto. È abbastanza strano che i pagamenti elettronici, quindi già tracciati per loro natura, necessitino di carta per essere validati. È il trionfo della burocrazia».

Per il Caf Cgil di Bergamo, che nel 2020 ha lavorato su 57.171 pratiche 730, pur non essendoci particolari criticità, si evidenzia comunque un certo ritardo di alcune pratiche risultano «sospese, proprio perché manca un documento di tracciabilità». Anche dal Caf Uil di Bergamo, che nel 2020 ha avuto oltre 12 mila utenti, arriva una richiesta di «deroga a questo obbligo normativo, che consentirebbe ai Caf di affrontare la campagna fiscale in modo più sereno, oltre a favorire una più capillare diffusione delle informazioni trai i cittadini sull’obbligo normativo».

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