Ubi, Cattolica rafforza il patto Car
Si allarga il fronte contrario a Intesa

La compagnia veronese aderisce al Comitato portando al 18,7% la quota totale del capitale. Si rafforza il fronte contrario a Intesa Sanpaolo. L’Offerta prevede che UnipolSai rilevi i rami assicurativi.

Il Car, Comitato azionisti di riferimento di Ubi, si rafforza con l’ingresso di un investitore istituzionale di peso, Cattolica Assicurazioni, che, con il proprio apporto dell’1,01% (la quota minima per aderire al Car è l’1% del capitale sociale della banca) porta la percentuale complessiva del patto di consultazione al 18,7% del capitale, un altro passo verso quel 20% considerato dai pattisti come l’obiettivo e anche il tetto massimo, da non oltrepassare per tenersi a debita distanza dal livello del 25% che farebbe scattare l’obbligo di Opa.

Raddoppiata la quota in Ubi

Con questa operazione diventa ancora più forte il fronte del «no» all’operazione lanciata da Intesa Sanpaolo dopo che sia il Car sia, l’altro giorno, il Patto dei Mille (1,6%) hanno opposto un rifiuto all’Offerta di scambio lanciata da Ca’ de Sass.

L’adesione è stata comunicata ieri sera dalla compagnia veronese a Borsa chiusa e con i titoli delle due banche che hanno guadagnato terreno: Intesa +2,1% e Ubi +1,8%.

Ieri «Cattolica Assicurazioni - si legge nella nota - ha ricevuto formale accettazione da parte del Comitato Car, Comitato azionisti di riferimento Ubi, relativamente all’adesione al Patto parasociale avente ad oggetto azioni di Ubi Banca». Cattolica, «tramite acquisti sul mercato azionario effettuati nel corso delle ultime due settimane a seguito della decisione presa dal Consiglio di amministrazione» lo scorso 13 febbraio (prima dell’Offerta di Intesa), «ha aumentato la partecipazione detenuta in Ubi dal precedente 0,50% (posseduto da lungo tempo) sino a raggiungere l’1,01%, «superando così la soglia dell’1% prevista dal patto per la nomina di un membro nel Comitato azionisti di riferimento».

La soddisfazione dei pattisti

Il Comitato azionisti di riferimento di Ubi Banca - in una nota diramata ieri sera - comunica di aver ricevuto la «richiesta di adesione da parte della Società Cattolica di Assicurazione, con l’1,01% del capitale sociale di Ubi Banca».

L’arrivo di un gruppo importante come Cattolica è stato ovviamente salutato positivamente dal Comitato azionisti di riferimento che ieri ha sottolineato come la richiesta sia «stata approvata all’unanimità da tutti i componenti il Car». Il Comitato di presidenza del Car (costituito dal presidente Armando Santus, da Mario Cera e Giandomenico Genta) «ha espresso particolare soddisfazione per la decisione di Cattolica Assicurazioni, anche in funzione dello “standing” della Compagnia e del significativo momento che Ubi sta attraversando». A seguito dell’adesione - conclude il comunicato del Car - «la percentuale del capitale di Ubi Banca in capo ai componenti del Car passerà al 18,714%». Ma sembra che non sia finita, nel senso che è atteso a breve un ulteriore incremento della quota complessiva di capitale del Car che consentirebbe al Comitato di raggiungere la soglia-obiettivo del 20%.

Raccolta premi da 6,9 miliardi

Cattolica Assicurazioni è uno dei maggiori attori del mercato assicurativo italiano e unica società cooperativa di settore quotata alla Borsa di Milano, dove è presente dal novembre 2000. Con 3,6 milioni di clienti che si affidano alle soluzioni assicurative e ai prodotti distribuiti, il Gruppo nel 2019 ha registrato premi totali della raccolta diretta per 6,9 miliardi di euro, in rialzo del 20%, di cui 2,2 miliardi di euro nel ramo Danni (+2,5%) e 4,8 miliardi di euro nel Vita (+30%). Il risultato operativo 2019 dovrebbe assestarsi a circa 300 milioni di euro.

La partnership assicurativa

L’ingresso di Cattolica Assicurazioni appare particolarmente significativo in quanto Ubi ha in corso una consolidata joint-venture (Lombardia Vita) con la compagnia, in scadenza quest’anno, che permette di vendere polizze in circa 400 filiali di Ubi su un totale di 1.640. Tra l’altro gli analisti di Equita nel giugno scorso, in un loro report, avevano considerato per Cattolica Assicurazioni «strategicamente rilevante riuscire a mantenere la partnership con Ubi visto che Lombardia Vita genera oltre 1,5 miliardi di premi su una produzione vita totale di 3,5 miliardi, e a rafforzare la propria presenza in Nord Italia».

L’Offerta di scambio di Intesa Sanpaolo prevede invece che i rami assicurativi di Ubi (oltre a Cattolica, anche Aviva e Bancassurance Popolari) siano rilevati da UnipolSai.

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