Vinitaly fra restrizioni e incognite, meno presenze bergamasche

Verona Le nostre cantine si interrogano sulle opportunità che emergeranno dalla rassegna in programma dal 10 al 13 aprile. Nel padiglione Lombardia lo stand del Consorzio Valcalepio, con alcune aziende del territorio.

Più autoconsumo per non dipendere dalle problematiche internazionali che mettono a rischio l’export. Gli operatori bergamaschi sono curiosi di capire quali opportunità emergeranno dal Vinitaly, la fiera di settore in programma a Verona dal 10 al 13 aprile. Presente nel padiglione Lombardia anche lo stand del Consorzio di Tutela del Valcalepio, guidato dal presidente Emanuele Medolago Albani, e accompagnato da alcune aziende vitivinicole del territorio.

Data per certa l’assenza dell’Est Europa, a causa del conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Minore presenza degli Stati Uniti

Data per certa l’assenza dell’Est Europa, a causa del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, probabilmente si registrerà una minore presenza anche da altri Paesi, come gli Stati Uniti. Il Vinitaly si presenta insomma tra restrizioni e incognite sul futuro dei consumi. Ieri mattina in Regione è stato presentato il padiglione Lombardia, alla presenza dell’assessore regionale Fabio Rolfi, del presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio e della presidente di Ascovilo, Giovanna Prandini.

«La Lombardia punta sulla qualità»

«La Lombardia punta sulla qualità», hanno concordato Rolfi, Auricchio e Prandini. «Il 90% del vino prodotto nella nostra regione - hanno aggiunto - è a denominazione di qualità, grazie a 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt». Sono aumentate le esperienze vitivinicole, che hanno permesso di portare in vigna e in cantina i turisti per le degustazioni. «Le vendite in volume sono tornate al di sopra dei livelli pre pandemia, mentre la vendemmia 2021 ha registrato un calo di produzione».

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