Cooperazione protagonista fra mondo locale e globale: la modernità è una sfida

L’ANALISI. Per l’ampiezza e profondità dei contenuti che caratterizzeranno il dibattito programmato, l’Assemblea di Confcooperative di sabato a Sotto il Monte merita attenzione, perché ancora una volta la cooperazione, e certamente quella bergamasca, è in grado di assumere un ruolo protagonista.

Non è scontato, nell’epoca in cui industria e terziario - sulla spinta di innovazioni travolgenti - hanno già trasformato se stesse e gli equilibri economici, e in cui l’agricoltura soffre gli effetti di una transizione feroce. La Cooperazione è largamente presente in questi tre comparti e per tanti aspetti, proprio per le sue caratteristiche, può muoversi con maggiore agilità, in quanto composta da società di persone, in un contesto di solidarietà che rende flessibile il confronto con le novità e le nuove sfide.

Un grande nemico ne condiziona lo sviluppo, e ne offusca la reputazione ed è il mondo delle false cooperative, quelle che nascono e muoiono in un quadro mordi e fuggi del tutto diverso. Uno degli aspetti deteriori della logica dei Superbonus è stato proprio quello di assecondare fenomeni del tutto opposti alla sana pratica cooperativa. Con conseguenze economiche, sociali e purtroppo di sicurezza sul lavoro. Non è quello che riguarda e condiziona le 281 società cooperative che operano nella Bergamasca con onore. Lo dimostra il fatto che siano diminuite in numero ma aumentate in posti di lavoro, che oggi sono 13mila.

Alle loro spalle c’è una platea enorme, che a Bergamo supera i 130mila soci, e che ha un volume d’affari complessivo di oltre 430 milioni. Numeri che possono anche essere gonfiati

dal successo di partecipazione delle Bcc operanti sul territorio, ma questo nulla toglie alla vivacità di piccole comunità di pochi soci, spesso coesi e straordinariamente attivi nel loro vincolo di solidarietà, perché la gran parte di queste realtà sono operanti direttamente nel sociale. Esattamente da dodici anni, Confcooperative è stata presieduta da Giuseppe Guerini, che ha portato molta Europa e al tempo stesso molta capacità di relazione sul nostro territorio, facendosi promotore di iniziative importanti sul piano dell’intermediazione d’impresa. Ed è con queste caratteristiche che è stato attraversato un periodo difficile, in condizioni sconosciute (si pensi al Covid) e molto sfidanti.

Confcooperative Bergamo ha messo in campo virtù antiche, segnatamente qualità e coerenza (che in questo caso significa attaccamento a valori), e capacità nuove: molta innovazione, che ha attirato giovani cooperatori e attenzione alla competenza, requisito indispensabile nella società esigente di oggi.

L’intenso programma dell’Assemblea, arricchito da tavole rotonde sui temi chiave e significativamente convocata a Sotto il Monte, diventa - nel quadro descritto - una specie di antologia dei grandi temi che coinvolgono i cooperatori. Si parlerà infatti molto di territorio, di nuova visione del tema infrastrutture, da non confinare a quelle materiali, nonché di welfare comunitario. Un bel contributo di un pezzo significativo dell’economia d’impresa in un momento difficile, che ha molto bisogno di una cultura aperta al mondo ma con radici locali profonde.

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