È ancora
decisivo
il ruolo
delle banche

Il Centro Einaudi, in collaborazione con Intesa San Paolo, conduce dal 2011 un’approfondita indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani. Prendendo in esame un campione rappresentativo di risparmiatori, le evidenze del 2021 confermano i dati di miglioramento della situazione economica rispetto all’anno precedente (penalizzato fortemente dall’inizio della pandemia), ponendo un chiaro accento sul ruolo determinante svolto dalle banche a sostegno dei vari settori economici. L’indagine sottolinea che a ciò ha sensibilmente contribuito che il sistema bancario si sia presentato all’inizio della crisi pandemica con una situazione di sostanziale rafforzamento dei requisiti patrimoniali e con una migliore qualità dei crediti erogati, avendo smaltito gran parte delle sofferenze.

La migliorata situazione dei bilanci ha reso possibile alle banche di accordare alla clientela moratorie sui prestiti per circa 270 miliardi di euro e di concedere finanziamenti alle medie e piccole imprese per 213 miliardi. Allo stesso tempo si è registrato un netto miglioramento del livello di soddisfazione della clientela, che ha raggiunto il massimo storico degli ultimi quindici anni. Se nel 2006 per ogni cliente insoddisfatto del servizio offerto c’erano 3,9 soddisfatti, nel 2021 il rapporto è passato da 1 a 18. Questa rinnovata fiducia nelle banche, in presenza delle tante incertezze sul futuro, ha anche contribuito ad alimentare una crescita della liquidità parcheggiata sui conti correnti bancari, che hanno registrato un incremento di circa 110 miliardi. Di contro, si è evidenziata una sensibile riduzione dal 55,1% al 48,6% della quota di risparmiatori: il 38,8% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver visto ridurre le proprie entrate ordinarie a causa della crisi.

L’imperativo per il 2022 dovrà quindi essere soprattutto quello di contrastare questa tendenza, sostenendo l’economia e cercando di mantenere il livello di crescita il più vicino possibile al 6% raggiunto nel 2001. L’indagine giunge alla conclusione che per realizzare tale obiettivo ci si dovrà muovere lungo tre direttrici: l’attuazione di riforme strutturali a cui spesso siamo stati richiamati dalla Commissione europea e non a caso poste come condizione per usufruire degli indispensabili finanziamenti del Pnrr; l’utilizzo ottimale di tutte le altre risorse finanziarie messe a disposizione dall’Europa; l’impiego razionale dell’enorme massa di risparmi in conti correnti accumulata da famiglie e imprese, avendo come obiettivo l’aumento dei consumi, degli investimenti e più redditizie allocazioni finanziarie.

In merito al primo aspetto è auspicabile un responsabile impegno della classe politica che non può non tenere conto della necessità di realizzare finalmente tutte quelle riforme che siano in grado di contribuire a una modernizzazione degli assetti istituzionali del Paese. Per quanto riguarda gli altri due obiettivi, l’impegno principale dovrà necessariamente essere assunto dal sistema bancario. Nell’ambito del sistema finanziario, nessun organismo è in grado di svolgere il duplice ruolo istituzionale assegnato alle banche che sono le uniche deputate alla raccolta dei depositi e, contemporaneamente all’erogazione dei crediti. Una corretta ed efficace mobilizzazione del risparmio dovrà pertanto rappresentare l’obiettivo primario da perseguire, corrispondendo adeguatamente alla fiducia concessa dai risparmiatori. Le aree d’intervento dovranno necessariamente essere quelle indicate dall’Europa, che ha fatto specifico riferimento alla necessità di sostenere la transizione ecologica e il potenziamento di trasporti e infrastrutture. Attraverso un adeguato indirizzo dei flussi di finanziamento, le banche saranno quindi chiamate a dare un incisivo impulso all’economia circolare e ad incentivare le iniziative di contrasto al cambiamento climatico. Altrettanto adeguato dovrà essere il loro impegno per il potenziamento delle infrastrutture e dei trasporti (soprattutto quelli su rotaia) settori nei quali scontiamo da tempo gravi carenze. Il 2022 sarà dunque «l’anno della verità» per il sistema bancario, chiamato come e più di prima ad essere protagonista del rilancio socioeconomico del nostro Paese.

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