Il «Grillo sparlante»
si circondi di Asperger

Grillo è tornato sul palco e, come nel suo stile, non ha perso occasione per esagerare. Anzi, per stare zitto. Questa volta infatti abbiamo visto un «Grillo sparlante» perché la presunta ironia politica è decisamente scaduta nell’offesa. Non solo ha oltrepassato il limite della democrazia - proponendo di riformare la figura del presidente della Repubblica: «Troppi poteri!» - ma anche quello umano. Domenica al Circo Massimo il trascinatore dei 5 Stelle ha urlato un’irrispettosa metafora sull’autismo riferendosi ai politici avversari.

Un inutile sproloquio per sottolineare la distanza con il sentire comune. Nel suo delirante discorso ha detto: «L’autismo è la malattia del secolo, l’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Asperger, è pieno di filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è la sindrome di quelli che parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano nulla con quello che stanno dicendo, hanno quel tono sempre uguale. È pieno di psicopatici...». Ora, fatta la tara al suo linguaggio sempre tendente all’iperbole e all’intervento zeppo di imprecisioni, Grillo ha decisamente fallito il tentativo di impreziosire il proiettile comunicativo diretto al mondo della politica. Qui non è questione di capacità dialettica e di comunicazione meta-linguistica, come qualcuno dei suoi parlamentari - peraltro eletto in Bergamasca - ha citato nel mondo dei social per giustificare l’intervento del leader pentastellato. Con questa metafora Grillo ha insultato persone che tutti i giorni devono fare i conti con la discriminazione e la difficoltà reale a comunicare con il mondo.

L’ignoranza è una cattiva consigliera e le parole fuori controllo di Grillo sono l’espressione di un uomo che ha raggiunto un preoccupante livello di presunzione e un ingiustificato senso di superiorità. «Mai prendersi troppo sul serio, perché senza ironia non c’è umanità!» ha rilanciato Grillo il giorno dopo la polemica. A dimostrazione che non si è vergognato di quello ha detto e che la prudenza è una virtù che non gli appartiene. In realtà i suoi giochetti di parole lanciati in pasto alla folla hanno ferito persone come gli Asperger di cui Grillo dovrebbe circondarsi anziché canzonare. Perché evidentemente Grillo ignora la preziosa peculiarità di coloro che lui definisce psicopatici. Chi convive con gli Asperger, pur faticando a comprenderne tutte le sfaccettature e a gestirne le diversità, sa che ci sono dei punti fermi su cui contare: sono «ad alto funzionamento» (cioè intelligenti), precisi (quasi letterali), fedeli e leali, ricordano tutto con una memoria eccezionale.

Basterebbero solo queste caratteristiche per dare una lezione a Grillo e compagni: l’intelligenza la applicano studiando molto e non laureandosi all’ateneo delle fake news, cioè Internet, che i 5Stelle considerano l’olimpo della cultura; la precisione è nel loro Dna, diversamente da ministri che danno per finito un tunnel che non esiste; l’innata lealtà li «obbliga» a dire sempre la verità faticando a produrre bugie sociali e, caro Grillo, non hanno bisogno di manine fantasma; la loro memoria non si scalfisce, a distanza di anni possono ripetere una battuta ascoltata in un film durante l’infanzia, diversamente da questa classe politica che dimentica quanto detto in campagna elettorale o, semplicemente, il giorno prima. Un ultimo appunto, fondamentale. L’autismo, e quindi la sindrome d’Asperger, non è una malattia. È un modo di essere. Diverso. Neurodiverso per l’esattezza. Senz’altro più originale di chi, al Circo Massimo, domenica era sul palco a blaterare e chi, sotto, ad applaudire. Purtroppo, non c’è peggior malattia dell’ignoranza. E non c’è proprio niente da ridere.

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