La Bce decisa a introdurre l’Euro digitale

ECONOMIA. A ottobre 2021 la Banca centrale europea ha avviato una fase istruttoria per introdurre l’euro digitale. La procedura dovrebbe chiudersi entro il prossimo ottobre, individuando quali dovrebbero essere i canali di distribuzione.

In realtà, da circa un decennio la Bce ha iniziato a valutare se e come introdurre un euro digitale, sicuro e facile da usare, che rappresenterebbe l’equivalente elettronico del contante affiancandosi alle banconote e alle monete, ampliando così le opportunità di scelta di pagamento a disposizione di cittadini. Tra le principali motivazioni legate alla nascita dell’euro digitale vi è anzitutto la necessità di rispondere celermente a iniziative analoghe di altre banche centrali, tra le quali spicca quella cinese che è la più avanti con lo yuan digitale. Un secondo motivo è di evitare che si moltiplichino le emissioni di «cripto valute» private come i Bitcoin, che presentano grandi rischi per gli investitori non essendo garantite da alcuna istituzione pubblica di emissione.

Il recente fallimento di Ftx - una società per lo scambio di cripto valute con sede alle Bahamas, che rappresentava il più grande emittente del settore - ne è un esempio lampante e al tempo stesso inquietante. In una recente audizione di fronte alla Commissione affari monetari del Parlamento europeo Fabio Panetta, nella sua veste di membro del Comitato esecutivo della Bce e prossimo Governatore della Banca d’Italia, ha affermato che l’euro digitale consentirà di rafforzare l’impianto finanziario dell’unione monetaria. Ha inoltre sottolineato che «la nostra risposta alla rivoluzione tecnologica nei pagamenti non può essere quella di rimanere fermi. In assenza di un euro digitale, l’emergere di attori privati potenzialmente dominanti nel mercato dei pagamenti digitali poterebbe avere un forte impatto sul settore finanziario. Questa è una possibilità reale come dimostrato dalla recente decisione di PayPal di lanciare la propria valuta determinata in dollari». PayPal è una società statunitense fondata nel 1999 che offre servizi di pagamento e consente di pagare, inviare denaro e accettare pagamenti in modo più rapido. È oggi utilizzata da 250 milioni di persone per fare acquisti su milioni di siti web nel mondo, in oltre 200 mercati e con 25 valute diverse.

L’euro digitale, a differenza delle criptovalute, sarà una nuova moneta che rappresenterà denaro della banca centrale. Sarà pertanto priva di rischi, rispetterà la privacy e la protezione dei dati e verrà distribuita da banche e altri fornitori istituzionali di servizi di pagamento. Panetta ha poi aggiunto che con l’emissione dell’euro digitale «si crea un nuovo paradigma per preservare la sovranità monetaria e garantire la libertà delle persone nell’era digitale, che rafforzerà la nostra autonomia e la nostra resilienza affidandoci ad una infrastruttura europea e riducendo la nostra dipendenza da fornitori non europei». Per rassicurare alcuni Paesi europei molto conservatori in campo monetario e che non pongono limiti all’uso del contante come Germania e Olanda, ha ulteriormente precisato che «non sarà necessario aprire un nuovo conto bancario».

Allo scopo di evitare deflussi di depositi dalle banche, la Commissione affari monetari del Parlamento europeo ha stabilito limiti alla quantità di euro digitali che ogni cittadino dovrà avere a disposizione. La stessa ha anche presentato in giugno una proposta legislativa che istituisce il quadro giuridico per l’euro digitale accanto al contante in euro. A fine ottobre il Parlamento e il Consiglio europeo avranno a disposizione i dati e le valutazioni della prima fase istruttoria condotta dalla Bce che consentiranno di dare avvio all’iter che dovrebbe portare, in tempi non ancora stabiliti, ad approvare l’introduzione della «nostra» moneta digitale. Sarà a questo punto la Bce che, dopo aver effettuato dei test sul funzionamento della nuova valuta, deciderà come procedere alla sua emissione.

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