La Gran bretagna
vaccinata si blinda

Nel Regno Unito, il Paese che ha avuto più vittime della pandemia in Europa (oltre 150 mila), le vittime e i contagi sono ai minimi termini grazie a una campagna vaccinale a tappeto che ha già portato a 28 milioni di immunizzati. Ma dopo la lezione pagata a sue spese sul Covid, Boris johnson è diventato molto previdente: per scongiurare una possibile terza ondata ha alzato i ponti levatoi dell’Isola, blindandola in vista della settimana di Pasqua. Si scordino le vacanze i sudditi di Sua Maestà. Difficilmente in Portogallo, Spagna, Grecia o Italia, mete preferite dei britannici, si vedrà qualcuno di loro aggirarsi sulla costa atlantica, nelle isolette dell’Egeo o passeggiare sul Ponte Vecchio di Firenze. Da lunedì prossimo 29 marzo gli inglesi che lasceranno il Regno Unito per andare all’estero senza un valido motivo rischiano una multa di 5 mila sterline (al cambio attuale circa 5.800 euro). La sanzione è stata inserita nel testo legislativo di proroga dei poteri d’emergenza legati alla pandemia, sottoposto al Parlamento di Westminster dal governo e in votazione giovedì.

La legge prevede che nessuno possa lasciare il suolo britannico senza «a reasonable excuse», un valido motivo. Di fatto i viaggi all’estero per i cittadini britannici sono già vietati con il lockdown in vigore nel Regno Unito, che fissa la regola del «stay at home», restate a casa. È in vigore anche la quarantena cautelare obbligatoria in hotel sorvegliati per chiunque rientri oltre Manica da una trentina di Paesi considerati più a rischio. Ma «Bojo» stavolta ci mette anche una multa supersalata per scoraggiare qualunque tentazione. Il provvedimento ha provocato diverse critiche e proteste, non solo nell’opposizione e tra la popolazione, stremata da un anno di lockdown, ma anche nel suo stesso partito, dove non mancano gli impeti libertari. Per gli inglesi, giramondo storici per eccellenza, eredi di una grande tradizione mercantile e imperiale, la libertà di circolazione è sacra.

Ma per Bojo ancor più sacra è la vita. Chi verrà trovato in un aeroporto senza un valido motivo per partire (lavoro, studio, visita a un parente malato, nascite, nozze, funerali) verrà implacabilmente salassato. Uniche eccezioni le partenze per l’Isola di Man, le isolette nella Manica e l’Irlanda. Ma devono essere considerate destinazioni finali, non certo scali per andare da qualche altra parte a villeggiare.

Downing Street vuole scongiurare a tutti i costi una terza ondata. Il Coronavirus Act, con tutte le sue restrizioni draconiane, verrà probabilmente prorogato di altri sei mesi. E nel frattempo continuerà la campagna vaccinale, che nel Regno Unito si vive con lo stesso spirito della Battaglia d’Inghilterra. L’Isola si chiude a riccio, come era accaduto nella Seconda guerra mondiale, contro il nemico invisibile, fiduciosa nella vittoria. Festeggiamenti ai minimi termini per i 95 anni di Elisabetta, il 21 aprile. Uno scienziato consulente del Governo (Neil Ferguson, dell’Imperial College) ha dichiarato alla Bbc che le limitazioni per i viaggi all’estero dovrebbero restare, mentre è più probabile un allentamento delle restrizioni per i viaggi all’interno della Gran Bretagna. «Credo che dovremo programmare le nostre vacanze estive nel Regno Unito e non all’estero», ha detto. Vacanze autarchiche, in un Paese in cui il mare di Brighton e Hastings è gelido anche d’estate e la campagna del Galles piovosa persino a ferragosto, ma necessarie a evitare contagi, magari attraverso nuove varianti.

E il governo italiano? Anche se l’Italia non è un’isola, potrebbe prendere esempio dalla strategia inglese, multe comprese, perché non abbiamo scelta nel comportarci diversamente, visto che siamo ampiamente indietro rispetto alla loro campagna immunitaria.

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