La lotta al Covid
Un’altra accelerata

Come sempre l’ultimo miglio è il più duro, il più difficile, in questo caso il più drammatico. Nel nostro Paese la situazione è sotto controllo ma c’è da salvare il Natale, il Capodanno, la ripresa, il commercio, persino la stagione sciistica, ma soprattutto altre vite umane. Una volta tanto si guarda avanti, si fa prevenzione. Questo è il motivo della stretta del Governo cui hanno fatto da contrappunto le ordinanze di molti sindaci di tutta Italia. Al Green pass rafforzato che esclude il tampone penalizzando i no vax e permette solo a chi si è vaccinato o a chi è già guarito dal Covid di continuare a vivere la propria vita sociale (al bar, al ristorante, al cinema, a teatro, in palestra, in discoteca) ecco aggiungersi altri divieti o obblighi, come quello di ripristinare la mascherina anche all’aperto in alcune vie di Bergamo Alta e di Bergamo Bassa, quelle ovviamente a più alta densità di persone, quelle dove il Covid potrebbe diffondersi e circolare maggiormente.

Altrove i sindaci mettono in campo altre misure, spesso ingegnandosi, come il braccialetto verde a Bolzano, ottenibile solo col passaporto vaccinale, per accedere ai mercatini di Natale. O il centro vietato alle manifestazioni no vax, come a Padova. O ancora con la chiusura del centro storico, laddove insomma è più alta la probabilità di formazione di veri e propri «cluster» di contagio. Il sindaco di Milano Beppe Sala sta pensando di trasformare gli accessi in Galleria, il salotto della città, a numero chiuso, in vista di Sant’Ambrogio e dell’Immacolata. Anche il concerto di Capodanno in piazza Duomo è stato cancellato. Quanto alla tradizionale cena di gala dopo la prima della Scala, anch’essa soppressa, ce ne potremo fare una ragione (ma in fondo anche questo è un bel segnale, l’esempio che dà il jet set e l’alta borghesia milanese di fronte ai rischi della pandemia).

A Roma le vie dello shopping verranno transennate per evitare affollamenti. Ad Aosta hanno deciso di agire in senso temporale, calendario alla mano, inaugurando le mascherine obbligatorie per tutti, ma solo nei weekend. È insomma come se le città italiana tirassero su i ponti levatoi contro la nuova ondata che ci minaccia. Un’ondata da non sottovalutare anche se ancora gestibile, come ha sottolineato l’altro ieri Mario Draghi, proprio grazie al comportamento di quell’87% di italiani che si è vaccinato. Oltre i confini, soprattutto a Est, è una tragedia ancora maggiore della nostra, con migliaia di vittime e centinaia di migliaia di contagi ogni giorno.

Quanto ai no vax, ovvio che andavano penalizzati, non per punirli ma sperando che la maggior parte di loro si convincano a immunizzarsi. Per il resto sarebbe stato ingiusto vanificare la responsabilità civile di chi si è vaccinato, mettendo sullo stesso piano chi si è fatto inoculare il siero salvavita e chi no. Se non siamo più chiusi in casa è per la prima categoria, non per i sette milioni di italiani che non vogliono vaccinarsi. A loro va l’ennesimo invito a immunizzarsi perché non è mai troppo tardi. Il governo chiede anche di vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni, i principali vettori del Covid, per fortuna (quasi) sempre asintomatici.

Purtroppo in Italia l’onda sta avanzando inesorabilmente: i contagi sono in lenta ma costante crescita. Dal Sudafrica arrivano le notizie dell’ennesima variante (con 32 mutazioni) che ha portato in pochi giorni a infettare il 30% della popolazione e in un mondo globale come il nostro non possiamo illuderci di essere fuori pericolo. Il nemico è alle porte, non possiamo illuderci di poterlo evitare.

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