Nessuno vuole ora
la crisi di governo
In cosa consistano questi «segnali» non è dato sapere: gli avversari di Renzi, a cominciare da Salvini e Meloni, dicono apertamente che c’è stato un baratto o di bandierine politiche (la regolarizzazione degli immigrati voluta dai renziani e ingoiata dai grillini che erano contrari) o di poltrone del sottogoverno. Chissà.
Italia Viva è un vascello corsaro e, per sopravvivere, deve procedere così, con incursioni e rapide ritirate: i sondaggi lo inchiodano ad un modesto 3 per cento, quindi potenzialmente fuori dal Parlamento alle prossime elezioni, ma al Senato dispone pur sempre di 17 senatori. Che ieri, nelle votazioni su Bonafede, si sono rivelati ancora una volta determinanti: se Renzi avesse votato a favore della mozione Bonino, questa sarebbe passata con 148 voti mentre la maggioranza si sarebbe fermata a quota 143. Dunque, la pistola renziana non è proprio caricata a salve: un proiettile potenzialmente può sempre partire.
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