Pandemia, la salute mentale senza bonus

Ci sono i bonus edilizi, quelli per la bicicletta, per i mobili, per la tv nuova, per le vacanze e per doccia e rubinetti. Ma il bonus per la salute mentale (detto anche psicologico) è stato affossato in Senato, dove non è passato un emendamento bipartisan da 50 milioni di euro per la psicoterapia. Alla Camera invece non va oltre gli intenti e le promesse del ministro Roberto Speranza («Io personalmente sosterrò con ogni energia tutte le iniziative che vanno nella direzione di una maggiore attenzione per la salute mentale») che annuncia anche una riforma della rete di assistenza psicologica, per la quale però serviranno almeno 3-4 anni. Ma intanto c’è un’emergenza da affrontare.

Lo dicono i numeri. La Fondazione Soleterre e l’Unità di ricerca sul trauma dell’Università Cattolica di Milano hanno studiato un campione di giovani tra i 14 e i 19 anni. L’esito non era inatteso, ma resta doloroso e sconcertante: il 17,3% degli adolescenti pensa che sarebbe meglio morire o dice di volersi far del male, il 69,3% afferma che il trauma da pandemia è diventato parte della propria identità, il 34,7% dice di fare fatica ad addormentarsi. Inoltre l’Agenzia italiana del farmaco ha attestato che in un anno (tra la primavera del 2020 e quella del 2021) il consumo di psicofarmaci tra gli under 17 è aumentato del 20%.

I disturbi mentali provocati dai pur necessari lockdown e dalla prolungata Didattica a distanza nello scorso anno scolastico, hanno lasciato ferite psicologiche in molti ragazzi, un’età che più di altre ha bisogno della vita sociale. I servizi pubblici dedicati alla salute mentale - dagli ambulatori delle Ats o Asl ai reparti ospedalieri di neuropsichiatria infantile - hanno poco personale e lunghe liste d’attesa. E non tutte le famiglie possono permettersi, per ragioni economiche, di rivolgersi al privato: da qui nasceva l’urgenza del bonus psicologico. Oltretutto l’ondata della variante di Omicron sta colpendo anche la psiche di quarantenni che perdono il lavoro. In generale le richieste di assistenza per stati di ansia gravi e depressione negli oltre due anni di Covid sono aumentate del 50%. Il ministro Speranza ha ricordato che nella legge di bilancio sono stati stanziati in tutto 38 milioni per affrontare il disagio mentale di giovani e fasce deboli della popolazione. «In realtà -ha precisato David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi - parte di quei soldi erano già stati stanziati con il decreto Sostegni bis, lo scorso maggio, e poi non sono stati spesi per arruolare psicologi e rafforzare i servizi. Il problema è che i tempi per realizzare questi interventi, tra governo, Regioni e Asl, sono sempre troppo lunghi. Quindi intanto ben venga il bonus».

Ma c’è un problema più generale, che precede gli effetti della pandemia. L’Italia è al 20° posto in Europa per la spesa media dedicata ai servizi di salute mentale: al settore viene destinato infatti meno del 3,5% della spesa sanitaria totale, rispetto all’8-15% investito negli altri Paesi del G7. Eppure l’Organizzazione mondiale della sanità colloca ormai la depressione al primo posto fra le cause di disabilità a livello mondiale.

Ma nel nostro Paese è ancora forte lo stigma verso la malattia psichiatrica. La crescita di patologie legate alla mente è precedente al Covid, generata da un modello di vita che impone ritmi sempre più veloci, dalla competizione sfrenata, da una perdita di senso del vivere con l’arretramento di ideali e di ideologie, dalla disoccupazione e dalle separazioni familiari, dalla solitudine. Diffuso è il fenomeno del cosiddetto «burnout», uno stato di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale.

Da oltre un anno in Parlamento giace un disegno di legge per istituire lo psicologo di base, da affiancare al medico e al pediatra. La salute infatti ha tre componenti principali e nessuna di queste prevale sull’altra: la componente organica (bio), quella psicologica e quella sociale. Il guasto di una delle tre ha ricadute negative sulle altre due. Questo però il mondo della politica non sembra averlo ben compreso.

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