Se la droga non indigna
La morte in regalo

La tossicodipendenza ormai non fa più scandalo. Si è insinuata nella vita delle vittime ma anche nella nostra «cultura» come un fatto quasi inevitabile. Ci si lamenta giustamente degli spacciatori sotto casa, rumorosi e autori di un crimine. Ma nel complesso l’opinione pubblica non mette mai la lotta alla droga fra le priorità nazionali di cui occuparsi. Da questo oblio escono solo storie come quella di Maria Chiara, di Amelia (Trani), morta sabato scorso all’alba forse per overdose di eroina, procurata dal fidanzato Francesco come regalo per il 18° compleanno della giovane. Quel ragazzo tossicodipendente di 21 anni da quattro mesi era il compagno di vita della vittima, solare, studentessa modello, due volte campionessa italiana di arti marziali e amica di tutti, soprattutto di quelli più in difficoltà. È lui ad averla strappata alla sua vita vera e piena, denunciano i familiari di Maria Chiara: per un tragico intreccio, il padre è dirigente della Comunità Incontro di Amelia, impegnata a salvare proprio le persone tossicodipendenti.

La procura di Terni, che indaga sul caso, vuole fare chiarezza e giustamente è cauta sulla tragedia: bisogna capire se la studentessa ha assunto solo eroina o anche altre sostanze e in quale quantità, oltre alla provenienza della droga. Francesco dice di averle provate tutte per salvarla: è indagato per omissione di soccorso, come atto dovuto in vista dell’autopsia sul corpo della fidanzata. E proprio a Terni nel luglio scorso due amici di 15 e 16 anni morirono nel sonno dopo una serata passata insieme, durante la quale avevano ingerito un mix letale di sostanze cedute loro da un 41enne del posto.

La Relazione annuale 2020 della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) registra lo stesso numero di sequestri rispetto al 2019, ma in quantità dimezzata. Nel complesso delle sostanze sequestrate, la cocaina fa registrare un +127% in 12 mesi, segno inequivocabile di un consumo ormai dilagante. Per il terzo anno consecutivo purtroppo aumentano le morti per overdose, +11% rispetto al 2018, quasi la metà causate dall’eroina (la droga in generale provoca sei decessi a settimana). Un altro andamento che preoccupa è la continua diffusione di droghe sintetiche e delle nuove sostanze psicoattive. Nelle piazze reali e sul web circolano oltre 300 tipi di sostanze sintetiche diverse. Il Sistema nazionale di allerta precoce del dipartimento per le Politiche antidroga, con il quale la Dcsa collabora, ha potuto individuare 15 molecole di nuova composizione non «tabellate» (principalmente cannabinoidi, catinoni e oppioidi) già presenti in prodotti psicoattivi destinati al consumo. «Benché tali sostanze non siano oggi ancora particolarmente diffuse nel nostro Paese - si legge nel documento - è necessario tenere alto il livello di attenzione per evitare di essere colti di sorpresa da nuovi fenomeni di consumo che per alcuni Stati oltreoceano rappresentano ormai una vera e propria emergenza per la salute pubblica».

Siamo al terzo posto in Europa per uso di cannabis e al quarto per la cocaina. Al terzo anche per un altro dato: il 22% degli italiani fra i 15 e i 64 anni ha fatto ricorso a qualche sostanza. Ed è sempre più diffuso il consumo (anche di alcol) tra i giovani (più 39% in due anni): dal 2015 i minori in carico al servizio sanitario per problemi di dipendenza sono più che raddoppiati. Il giro d’affari legato agli 8 milioni di consumatori italiani è di 15 miliardi, per buona parte in mano alle mafie.

I numeri, allarmanti, non raccontano però la devastazione che le sostanze stupefacenti portano nelle famiglie, i figli che cercano nella cultura dello sballo pericoloso una fuga dalla realtà, perché deludente o troppo dura. Se questa non è un’emergenza nazionale di cui preoccuparsi, qual è allora?

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