Addio all’orafo e scultore Rando. «Creativo di fama internazionale»

ALMÈ. La sua azienda orafa «Arando» in via Campofiori.Aveva 77 anni, ieri l’ultimo saluto ad Almenno S.Salvatore.

Una vita dedicata a dare forma a metalli preziosi. Anelli, girocolli, bracciali, pendenti e orecchini, tutti pezzi unici, su cui ha lasciato una traccia indelebile della sua creatività, scolpendo e dando forma alla materia, fosse argento, oro, bronzo, metalli preziosi, erano per Antonino Rando, un gesto naturale. L’ultimo saluto all’orafo 77enne sabato mattina nella chiesa parrocchiale di Almenno San Salvatore, paese in cui abitava con la moglie Palma. Antonino aveva fondato nel 1983 l’azienda orafa «Arando» che ha sede nel cuore di Almè, in via Campofiori. Tra le sue opere più importanti che hanno portato il nome di Rando nel mondo ci sono anche molte sculture, trofei e premi internazionali, oltre a una scacchiera unica nel suo genere, commissionata dal Giappone e realizzata in argento massiccio con la tecnica della fusione a cera persa, creata con lapislazzuli e Cristallo di Rocca.

Nel 2019 una grande scultura in resina argentata nata dall’idea e dalle mani di Antonino era stata donata al cantante Adriano Celentano. Rando aveva conseguito il diploma di Maestro d’arte nel 1964 all’Istituto Statale d’arte« Art» di Messina. Sin dai primi anni di studio esprimeva creatività originale e una sensibilità artistica ad altissimo livello, che aveva appreso inizialmente nel laboratorio di scultura del nonno e del padre sviluppando passione e amore per la scultura e per la creatività. Aveva studiato poi scultura all’Accademia di Brera a Milano, scuola di Marino Marini e fino al 1983 era stato insegnante di Educazione artistica in diverse scuole medie della provincia di Bergamo.

La vita artistica di Rando

Nella vita artistica di Rando il movimento ha sempre pervaso ogni sua opera, divenendo un filo conduttore riconoscibile in tutti i lavori che ha realizzato in oltre trent’anni di attività. Sculture vive, coriacee, dinamiche, espressione di un nuovo modo di vedere il mondo che ci circonda e di un nuovo stile per raccontarlo. Così temi come l’abbraccio, la mamma, la danza, la libertà, la solitudine vengono sintetizzati attraverso un unico codice stilistico, innovativo e memorabile. Una passione e un’arte tramandata al figlio Ivan che, sulle orme del padre, ha mosso i primi passi nel mondo dell’arte scultorea, della gioielleria e del design nei primi anni Novanta. «A mio padre va riconosciuta una straordinaria capacità di generazione di senso, l’abilità di creare sculture e monili fortemente evocativi, in grado di connotare lo spazio che vanno a occupare in maniera decisa e appagante, grazie anche alla loro alta valenza estetica – afferma il figlio –. Ha saputo traslare il linguaggio tipico di una forma espressiva come l’arte contemporanea all’interno del mondo del gioiello, creando grazie a questa contaminazione qualcosa di unico e nello stesso tempo dotato delle caratteristiche di un’opera d’arte».

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