Il «nodo» tangenziale sud: è il principale ostacolo per chi viene dalla Bassa

VIABILITÀ . Mentre l’arteria è fluida per chi la percorre, il tratto Dalmine-Zanica è un muro per chi viaggia su 525, 42, 149 e 591. E non ci sono soluzioni in vista. L’approfondimento su L’Eco di Bergamo in edicola mercoledì 25 ottobre.

Il problema non sta certo nel percorrerla: quasi sempre scorrevole, la tangenziale sud di Bergamo è di per sé un’ottima arteria di collegamento tra est e ovest – e viceversa, ovviamente – della nostra pianura e, guardandola più nell’insieme, tra la valle Brembana e la Seriana, passando sempre per la pianura.

Il problema di questa infrastruttura è che rappresenta invece un ostacolo per chi vuole raggiungere il capoluogo dalla Bassa e dunque percorre le strade perpendicolari alla tangenziale sud. In particolare il tratto più recente, quello tra Dalmine e Zanica, sei chilometri in tutto – costruito in due parti: la prima, tra Dalmine e Stezzano, 15 anni fa e la seconda, più recente, tra Stezzano e Zanica – e che è andato a «chiudere» l’anello rappresentato da questa infrastruttura, nella parte più a sud, ha di fatto avuto, negli anni, ripercussioni sul traffico delle principali arterie percorse ogni giorno da decine di migliaia di auto e mezzi pesanti che raggiungono Bergamo dalla Bassa.

Vale a dire, in particolare, da ovest a est, l’ex Statale 525 del Brembo, a Dalmine, la Statale 42 del Tonale tra Verdello e Stezzano, la Provinciale 149 a nord di Comun Nuovo e la Statale 591 Cremasca tra Urgnano e Zanica. Oggi gli automobilisti che percorrono queste strade, in particolare la 525 e la 42, spendono molto tempo in coda proprio in prossimità degli imbocchi con la tangenziale sud, che ha preso il nome di «nuova» Statale 42, è gestita dall’Anas e rappresenta ormai il principale ostacolo nel viaggio dalla pianura al capoluogo.

Una situazione che non sembra destinata a sbloccarsi e migliorare nel breve tempo, visto che la Provincia non ha per il momento previsto finanziamenti per progetti di collegamento nord-sud (sul tavolo c’è da tempo l’autostrada Treviglio-Bergamo, ma questo è un altro capitolo, trattandosi comunque di una infrastruttura a pagamento). Analizzando il fenomeno da est, fino a una dozzina di anni fa l’allora tratto della tangenziale sud che scendeva da Seriate terminava proprio sulla Cremasca, tra Urgnano e Zanica, dov’era presente una grossa rotatoria che smaltiva il traffico proveniente dalla Valle Seriana, dalla Val Cavallina e dall’Hinterland est di Bergamo. Il successivo grosso svincolo della tangenziale sud, verso est, era ed è tuttora l’innesto della Soncinese e del casello dell’A4 di Seriate, seguito dal maxi rondò del Cassinone e preceduto dallo svincolo, solo verso nord, che porta a Orio al Serio.

Con la costruzione dell’ultimo tratto di collegamento della tangenziale sud tra la Cremasca e Stezzano, aperto sei anni fa, il traffico all’altezza della rotatoria a nord di Urgnano si è moltiplicato. Il nuovo tratto di infrastruttura ha previsto anche la realizzazione di un’ulteriore rotatoria a metà della Provinciale 149, tra Comun Nuovo e Stezzano, in passato un semplice rettilineo. E anche qui il traffico è andato crescendo.

Spostandosi verso ovest, la situazione peggiora ulteriormente. In particolare, il nodo più critico e dove la situazione del traffico è decisamente peggiorata con l’apertura della tangenziale sud, è lungo la «vecchia» 42, tra Verdello e Stezzano. Lì la tangenziale rappresenta anche esteticamente un muro: è infatti soprelevata e la rotatoria ci passa sotto. Le code sono all’ordine del giorno, soprattutto, ma non solo, negli orari di punta, e in particolare per chi arriva dalla pianura. Era infine già ampiamente trafficata – e l’estensione della tangenziale sud (che, da ovest, prima terminava proprio lì) non ha certo migliorato la situazione – la rotatoria a nord di Dalmine. In questo caso la tangenziale passa in trincea e la rotonda, tra le più trafficate della Bergamasca, è in superficie.

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