Orio, che rimonta: l’aeroporto «vola» al terzo posto

Riconquistato il podio dietro Fiumicino e Malpensa: l’anno si chiuderà con oltre 6,5 milioni di passeggeri. Anche a dicembre superata quota 800mila. Ma per i primi mesi del 2022 le compagnie ridurranno le frequenze.

Rimonta conclusa e podio riconquistato. Orio al Serio torna al terzo posto tra gli aeroporti italiani: da gennaio a novembre sono transitati 5 milioni 662mila 709 passeggeri contro i 5 milioni 523mila 952 di Catania che da aprile e fino al mese scorso è rimasta sul terzo gradino del podio dietro Fiumicino e Malpensa.

Dopo 5 anni passati saldamente al terzo posto il flagello del Covid aveva fatto scivolare Orio al quinto, superato da Linate e Catania: a luglio era già tornato in quarta posizione, superando lo scalo cittadino milanese ma comunque a 340mila passeggeri da quello siciliano e con l’estate in mezzo. Ma proprio nella bella stagione l’aeroporto bergamasco ha cambiato marcia registrando la maggior crescita in Italia e anche il recupero più importante di passeggeri (quasi 3 su 4) rispetto ai livelli del 2019, l’ultimo anno prima della pandemia.

Già da due mesi sul podio

A ottobre la distanza tra i due scali si era quasi dimezzata: 189.902 passeggeri a favore di Catania che ha però registrato un mese di novembre decisamente pessimo. Secondo le rilevazioni di Assaeroporti, nell’aeroporto siciliano sono transitate 576.787 persone contro le 905.834 di Orio al Serio che è così tornato medaglia di bronzo con un vantaggio complessivo di 138.757 passeggeri nei primi 11 mesi dell’anno.

Se ci limitiamo all’analisi dei singoli mesi, già a settembre e ottobre Orio era diventato il terzo scalo d’Italia, ma nel la rilevazione progressiva annuale continuava ad essere alle spalle di Catania: il dato di novembre lo rimette davanti anche in questa graduatoria che continua a essere guidata da Fiumicino davanti a Malpensa. O meglio, dovrebbe essere così, perché Adr - società che gestisce gli scali romani - è uscita da Assaeroporti insieme alla veneziana Save e non fornisce più dati. Ma l’ordine di grandezza è abbastanza consolidato da sempre e quindi non ci sono dubbi sul primo posto di Fiumicino.

«Una realtà fondamentale»

«Un grande risultato che abbiamo tenacemente inseguito mese dopo mese» il commento di Giovanni Sanga, presidente di Sacbo, società che gestisce lo scalo di Orio. «Il mio grazie a tutta la struttura, questo è un successo di tutti e che riporta Orio al suo giusto posto. Una realtà fondamentale per l’economia, la cultura e il lavoro della nostra terra, strategico nelle dinamiche lombarde e una porta per l’Europa intera. Ora ci saranno mesi incerti, ma questo risultato ci permette di affrontarli con la giusta serenità».

A dicembre Orio quasi sicuramente varcherà la soglia degli 800mila passeggeri, il che permetterà di superare quota 6,5 milioni nell’anno, superando così gli obiettivi di budget. Nel secondo semestre del 2021 lo scalo non è mai sceso sotto gli 800mila passeggeri e per 3 mesi ha superato quota 900mila, traguardo che Catania ha invece raggiunto una sola volta, ad agosto. Vero che dicembre è un mese di notevole traffico verso le isole ma appare difficile pensare a un controsorpasso: per realizzarlo lo scalo etneo dovrebbe arrivare almeno a 950mila passeggeri.

Ma ora l’attenzione è tutta per gennaio, mese tradizionalmente tra i meno favorevoli per il traffico aereo, esclusa la prima settimana che contempla i rientri. Le compagnie aeree hanno già annunciato un taglio delle frequenze fino al 30% e questo porterà inevitabilmente a una contrazione del numero dei passeggeri.

A dicembre invece il sistema ha comunque retto bene: certo, rispetto allo stesso mese del 2019 la perdita dei passeggeri si attesterà intorno al 25%, ma stante la situazione d’incertezza costante, il giro di vite e i cambi in corsa della normativa è comunque un ottimo risultato che conferma la capacità di recupero (i già citati 3 passeggeri su 4) di Orio. Cancellazioni non ce ne sono state e anche il fenomeno dei cosiddetti «no show» (quelli che si prenotano ma poi non si presentano al check in) è rimasto sotto il 10%. Leggerissimo (meno di 2 punti) il calo dell’indice di riempimento - «load factor» - dei voli che si attesta intorno al 75%.

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