Siccità, la sofferenza del Serio vista dall’alto. «Aironi stremati, moria di pesci e miasmi» - Foto

La mappatura In azione 10 volontari dell’associazione «Droni 360 Uas Pilot» con tre droni: scandagliate 8 zone. Obiettivo: percorrere tutto il fiume. «Notata anche una grossa pianta caduta: andrà rimossa in vista delle piene». Ecco le immagini.

Aironi che si aggirano in continuazione sul letto in secca del fiume alla ricerca di un punto dove potersi cibare o bere. Pozze d’acqua ormai stagnante dove le alghe sono venute in superficie e, complici le alte temperature, hanno causato la moria di centinaia di pesci. E poi un fastidioso fetore proveniente sia dai tratti in secca sia da quelli ancora bagnati. È desolante spettacolo che si sono trovati di fronte – anzi, in basso, vista la loro prospettiva di visione – i dieci volontari della neonata associazione bergamasca «Droni 360 Uas Pilot», che ha avviato una ricognizione del fiume Serio in questo periodo di grande siccità.

Primo tratto: Seriate-Pedrengo

Il primo tratto interessato è stato quello tra Seriate e Pedrengo, ma l’obiettivo è quello di scandagliare e mappare il fiume verso nord, per fotografarne aspetti e criticità, non solo per questa fase di secca, ma anche in vista della stagione fredda, quando sarà già possibile un ulteriore sorvolo, volendo anche notturno, tenendo conto dei dati e delle informazioni raccolte in questa prima parte del progetto.

«Abbiamo suddiviso questo tratto di fiume in 8 zone, ognuno tra i trecento e i cinquecento metri, in modo da mantenere costante il segnale del drone – racconta Stefano De Maron, pilota che vanta oltre trecento ore di volo con il drone e che è il portavoce dell’associazione –. Anche perché spesso capita, passando vicino alle abitazioni, che ci siano delle interferenze dai router dei segnali wifi domestici. Abbiamo predisposto un protocollo operativo di ben 16 pagine e per ogni tratto abbiamo stabilito a priori il punto di decollo e quello di atterraggio. Come previsto dal regolamento Uas (acronimo di Unmanned Aircraft System, in pratica i droni, ndr), per ogni decollo e atterraggio abbiamo avvertito la torre di controllo di Orio al Serio. Per ogni tratta avevamo effettuato un sopralluogo preventivo in modo da indicare nel protocollo la presenza di tralicci o altre criticità».

In volo a 20 metri d’altezza

I droni – in tutto tre, alimentati con dodici batterie – hanno sorvolato il Serio a 20 metri d’altezza, rimandando immagini e filmati davvero impressionanti: «Ci sono dei tratti del fiume in cui l’acqua è davvero molto scarsa – racconta ancora De Maron –: nei pressi del ponte di via Nazionale a Seriate, per esempio, abbiamo notato gli aironi che volevano stremati dal bosco al fiume. In altri tratti il fiume l’acqua era talmente poca che abbiamo assistito a una grave moria di pesci. Nei punti in cui l’acqua è stagnante e putrida, le alghe sono venute a galla e, con il caldo e il sole forte, si sprigiona un miasmo fastidioso».

Ognuno degli otto tratti di questa prima fase del progetto è stato sorvolato per un lasso di tempo tra i dieci e i quindici minuti, con la tecnica di sorvolo lenta – a due chilometri all’ora – in modo da inquadrare al meglio i dettagli degli argini e del letto del Serio, rilevandone le criticità. «Abbiamo per esempio notato la presenza nella boscaglia centrale del fiume di una grossa pianta che è caduta – rileva ancora il portavoce dell’associazione –: una pianta che dovrà essere recuperata prima dell’autunno, in modo che possa diventare un intoppo pericoloso in occasione di qualche piena». Pianta che, senza i droni, sarebbe stata impossibile da andare a intercettare. «Abbiamo voluto effettuare questa mappatura di giorno, con le presenza di persone in movimento nel parco Oasi Verde e nella altre località – aggiunge De Maron – e per questo abbiamo puntato molto sulla sicurezza».

Obiettivo: mappare tutto il fiume

In azione tre piloti abilitati su scenari critici, affiancati da tre assistenti piloti, quattro osservatori di volo e un coordinatore. «Grazie a questi sorvoli conosciamo già la presenza di eventuali tralicci o cavi dell’alta tensione: tutte informazioni che potrebbero tornaci utili in caso di interventi in situazioni di emergenza, come future piene nei mesi invernali oppure sorvoli notturni – rileva il portavoce dei piloti –. Il tutto è stato svolto in una zona rossa, vicina all’aeroporto, ma siamo soddisfatti che anche il dirigente dell’Enav ci abbia fatto i complimenti per come abbiamo strutturato il piano operativo». Prossimi obiettivi: proseguire il viaggio lungo tutto il corso del Serio.

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