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Venerdì 19 Settembre 2025
Affrontare un tumore, nuovi percorsi più vicini al paziente
ONCOLOGIA. Un nuovo modello di approccio al paziente, dove la competenza di tutti gli specialisti coinvolti si unisce ad un coordinamento organizzativo dedicato
Affrontare una diagnosi di tumore è sempre un momento difficile, che porta con sé paure, domande e la necessità di risposte rapide e concrete. Oggi la medicina oncologica ha compiuto grandi passi avanti non soltanto grazie al continuo sviluppo di terapie innovative, ma anche a un nuovo modello di approccio al paziente, dove la competenza di tutti gli specialisti coinvolti si unisce ad un coordinamento organizzativo dedicato, così da creare un unico percorso di diagnosi, proposta terapeutica e gestione organizzativa.
Comitato multidisciplinare
«Nella struttura dove operiamo io e la mia équipe– spiega il dottor Tommaso Martino De Pas, responsabile dell’Unità di Oncologia in Humanitas Gavazzeni – indipendentemente da come emerge un sospetto di neoplasia, il paziente con sospetto tumore o con una diagnosi già definita viene preso in carico da un comitato multidisciplinare composto da diverse figure, tra cui oncologi, chirurghi, radioterapisti, radiologi e patologi. Insieme si definisce il percorso di diagnosi e cura più adatto, che viene poi organizzato da una segreteria dedicata. Il paziente viene quindi contattato direttamente per eseguire quanto necessario, senza la preoccupazione di dover prenotare in prima persona ulteriori appuntamenti».
«Confronto fondamentale»
Un’organizzazione di questo tipo non solo riduce stress e incertezze, ma consente anche di offrire una cura il più possibile personalizzata. «Il valore del confronto tra specialisti – continua De Pas – è fondamentale. Ognuno porta il proprio punto di vista e la propria esperienza, e la decisione finale è sempre il frutto di una valutazione condivisa. Questo garantisce una maggiore precisione e un miglioramento complessivo della qualità delle cure».
L’importanza della ricerca
Accanto all’aspetto clinico, grande rilievo ha la ricerca. «Il nostro lavoro non si limita a proporre terapie consolidate – sottolinea – ma si apre costantemente a nuove possibilità. Attraverso protocolli di ricerca clinica, i pazienti possono infatti accedere a cure innovative, che hanno già mostrato risultati molto promettenti, ma che ancora non fanno parte della normale pratica clinica. Parliamo ad esempio di terapie bersaglio, capaci di ottenere una regressione dei tumori causati da un “interruttore impazzito”; immunoterapie, capaci di attivare le nostre difese per colpire le cellule tumorali prima nascoste o resistenti; anticorpi coniugati, in grado di veicolare i farmaci antitumorali direttamente dentro le cellule neoplastiche; fino a trattamenti endocrini di ultima generazione».
Un altro elemento distintivo riguarda l’organizzazione interna. «Ogni unità operativa – precisa De Pas – dispone di un gruppo di specialisti dedicato all’oncologia, così da garantire sempre valutazioni ottimali per ogni caso. Questo assicura continuità e coerenza lungo l’intero percorso di cura». L’approccio innovativo, dunque, è quello di una presa in carico completa. «Il nostro compito – conclude De Pas – è accompagnare il paziente passo dopo passo. Vogliamo che non si senta mai solo davanti a una diagnosi importante. Organizzare visite ed esami, discutere insieme le scelte terapeutiche, offrire accesso a farmaci innovativi: tutto questo significa mettere al servizio dei pazienti competenze e tecnologie avanzate, semplificando il più possibile un percorso che spesso appare complesso e spaventoso».
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