Atalanta, a San Siro una vittoria da squadra vera

LA CRONACA. Una vittoria di sostanza, una vittoria di personalità che avvicina l’obiettivo Champions nel giorno in cui il Bologna, riportandosi a -2 (comunque -3 per l’esito degli scontri diretti) dopo aver battuto l’Inter capolista poteva ritrovare l’entusiasmo giusto per riaprire i giochi, in attesa della Juve impegnata a Parma nella serata di lunedì 21 aprile.

Milano

Invece l’Atalanta supera il Milan 1-0 a San Siro, e anche se i rossoneri stanno vivendo una delle loro stagioni più complesse e confusionarie, il valore della squadra e la location dell’evento sono tali che un’affermazione da queste parti non è mai qualcosa di banale. Una vittoria da squadra vera, anche con quel po’ di inevitabile, gustosa sofferenza in avvio di secondo tempo, quando è intervenuto Gasperini con il suo tocco in più. Perché lui, il mister che cerca la svolta cambiando sempre gli attaccanti, questa volta la svolta l’ha data cambiando l’assetto in difesa e sugli esterni. Costretto dall’infortunio di Djimsiti, ma soprattutto capendo al momento giusto che la sua mossa - inizialmente azzeccatissima - di piazzare Bellanova sulle tracce di Leao, a quel punto aveva cominciato a non funzionare più. E Bellanova, riportato sulla fascia, dopo pochi minuti ha offerto a Ederson l’assist per il gol decisivo.

La cronaca della partita

In partenza Conceiçao conferma la difesa a tre della vittoriosa trasferta di Udine e Jovic in attacco, con un occhio al derby di Coppa Italia di mercoledì con l’Inter. Gasperini risponde con Bellanova braccetto di destra a controllare Leao, Cuadrado in fascia e Pasalic alto a destra nel tridente, leggermente arretrato (come Lookman a sinistra) rispetto alla punta centrale Retegui.

Sintesi primo tempo

Il primo tempo è molto tattico, le squadre giocano sottoritmo e molto corte, trovando e concedendosi reciprocamente pochissimi spazi. L’Atalanta ci prova soprattutto a destra con le sovrapposizioni fra Cuadrado e Pasalic e su una di queste (26’) il croato dal fondo manda alla conclusione Retegui, la cui girata è fuori misura. Il Milan si affida ai lanci lunghi per gli scatti di Leao, che al 36’ si presenta solo davanti a Carnesecchi: gran chiusura di Cuadrado. Il portiere nerazzurro, a parte una tempestiva uscita su Hernandez in fuorigioco, deve praticamente intervenire (senza affanni) solo su un destro pretenzioso di Leao rimpallato. Se la vede brutta invece su un sinistro al 45’ di Jovic, sfuggito a Hien su imbeccata di Jimenez: la palla è fuori di un soffio.

Sintesi secondo tempo

Si riparte dopo l’intervallo e il Milan cerca di stringere i tempi. Fofana sfugge a Ederson, affonda e pesca in area Reijnders, sul quale chiude bene in angolo Djimsiti. Al 5’ pericolosissimo tiro cross da sinistra di Leao, Pulisic arriva con un attimo di ritardo.

L’Atalanta si chiude troppo, e al 13’ Gasperini ridisegna l’assetto difensivo: fuori Djimsiti (dolorante per una distorsione alla caviglia destra e diffidato), Cuadrado e Zappacosta, dentro Toloi, Kossonou e Ruggeri. Bellanova torna sulla fascia destra. E al 16’ l’Atalanta passa con un’azione da manuale: Ederson apre a centrocampo e va a concludere un fraseggio che si sviluppa attraverso Ruggeri e Lookman sulla sinistra e Bellanova a destra, facendo da torre per Ederson che va a chiudere di testa in tuffo.

Il Milan accusa il colpo, l’Atalanta può affondare anche perché nel frattempo entra in partita Lookman che sulla sinistra diventa un incubo per la difesa rossonera. Suo, su imbeccata di Pasalic, l’assist per il possibile 2-0 che Retegui in scivolata spedisce sul fondo. Conceiçao ci prova con Abraham, Joao Felix e Gimenez, ma ormai l’inerzia della partita è dalla parte dei nerazzurri. Carnesecchi si guadagna la pagnotta con un paio di coraggiose uscite basse, ma nel complesso la difesa – dove fanno ampiamente la loro parte sia il rientrante Kossounou sia l’eterno Toloi – regge bene. Anzi, appena prima del 90’ è Lookman a sfiorare il raddoppio, scatenato nella sempre meno popolata metà campo rossonera da una magia di Ederson: Maignan ci mette una pezza e il match non offre altre emozioni, nemmeno nei 5’ di recupero concessi dall’arbitro Piccinini.

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