Economia / Bergamo Città
Martedì 26 Dicembre 2023
Auto, l’elettrico cresce ma non abbastanza: pesano costi e ricarica
IMMATRICOLAZIONI. A novembre in provincia di Bergamo l’«effetto Tesla» decisivo per far aumentare le vendite. La quota del segmento però ancora sotto il 2% del totale.
Erano 6.840 a fine novembre le vetture elettriche ferme in deposito nelle concessionarie italiane, nuove o km zero, in attesa di un compratore. Il dato (elaborato da Dataforce, fonte il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti) la dice lunga sullo stato del mercato dei veicoli elettrificati, che continuano a non essere oggetto d’amore da parte degli italici automobilisti.
I dati in Bergamasca
Nella Bergamasca il mese scorso erano state immatricolate 2.230 auto (+31,3% sullo stesso mese del 2022) con un incremento significativo (+77,7%) per le elettriche pure. Il dato però tiene conto ancora dell’exploit della Tesla 3 (100 le vetture piazzate, al secondo posto dopo le 101 Citroen C3 in testa al podio) che a ondate mensili fa fronte agli ordini ricevuti.
«Il mercato dell’elettrico – dice Paolo Ghinzani, presidente del gruppo Concessionari Ascom Bergamo e direttore di Ghinzani Group – in realtà, se si escludono le Tesla e le immatricolazioni di società di noleggio e km zero, per i privati raggiunge solo una quota dell’1,5-2% del totale targato. Il numero delle vetture in giacenza, poi, è legato al fatto che le Case madri stanno spingendo su questo fronte. E le vetture che rimangono in stock in parte vengono immatricolate dalle concessionarie stesse». Per essere immesse poi sul mercato come km zero.
Il 70% degli italiani si dice intenzionato a comprare un veicolo elettrico, secondo il Report Mobility Consumer Index del 2023, ma solo il 3,9% delle immatricolazioni riguarda auto a corrente. «Oltre al costo di acquisto ritenuto ancora elevato – aggiunge Ghinzani – è ancora alta negli automobilisti la percezione che le strutture di ricarica non siano ancora adeguate». Anche per questo stanno aumentando coloro che puntano al noleggio «a medio e lungo termine delle vetture a corrente. Le Case automobilistiche propongono anche queste soluzioni per incentivare le vendite e il cliente si sente più sicuro, magari rinvia di tre anni l’acquisto definitivo attraverso il riscatto del valore finale dell’auto, oppure si orienta su un altro modello». In questo modo nel corso del tempo si possono schiarire le idee e capire come si sono sviluppati il mercato e le infrastrutture.
«Anno di transizione»
«Stiamo per chiudere un 2023 che non è stato sfavillante – osserva Loreno Epis, presidente della categoria Autosalonisti di Ascom Bergamo e titolare dell’omonima rivendita di auto di Scanzorosciate – un anno piuttosto di transizione. Vedremo come sarà il 2024, con le votazioni europee», che potrebbero mutare gli orientamenti verso la transizione dall’endotermico all’elettrico, «che fa fatica a decollare. Per ora è stato un flop. Ci vorrà ancora molto tempo per avere una grossa fetta di circolante ad alimentazione elettrica. Per ora sono 35 i milioni di auto in circolazione a benzina e diesel». E sostituirli in pochi anni non sarà facile.
Come detto, nel mese di novembre le immatricolazioni di sono incrementate del 31,3% rispetto allo stesso mese del 2022 (negli 11 mesi l’incremento è di quasi il 21%). A livello nazionale l’aumento di novembre è stato a doppia cifra (+16,2%), seppur inferiore al dato bergamasco. Il cumulato degli 11 mesi resta però di 321mila unità sotto i livelli pre-Covid (2019). In Italia la quota di mercato delle vetture elettriche è ferma al 3,9%, surclassata dai Paesi del Nord Europa (39,4%), ma anche dagli altri Paesi Ue (11,9%).
In sostanza, non sono bastati 11 mesi di crescita, quasi tutti a due cifre, per colmare la perdita di volume generata dalle crisi di mercato e di produzione succedute al Covid. Secondo l’Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri) le previsioni per i prossimi anni delineano una sostanziale stagnazione: fino al 2027, quando si stimano 1,8 milioni di immatricolazioni, il mercato sarà inferiore agli oltre 1,9 milioni registrati nel 2019. «Non aspettiamoci cambiamenti epocali», chiosa Epis.
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