Bergamo, al «Caffi» una nuova sala immersiva. Il cervo di 700mila anni fa sarà la star

LA NOVITÀ. Il museo di Scienze naturali punta a valorizzare il prezioso reperto fossile. I lavori nel 2026. «Un tuffo nell’ambiente in cui viveva tra Sovere e il lago d’Iseo».

Monti, laghi, ghiacci e foreste, qui viveva il Cervus acoronatus, specie estinta da circa 500mila anni, il cui fossile (di un esemplare maschio vissuto in Val Borlezza) è esposto in una teca di cristallo al museo di Scienze naturali «Caffi», unico scheletro completo della specie noto, ad oggi, in Italia.

Il nuovo allestimento

Per valorizzare il prezioso reperto, il museo di piazza Cittadella sta lavorando ad un nuovo allestimento immersivo e «scenografico», che sarà realizzato nel 2026. Il cervo fossile sarà il protagonista, ma con lui saranno esposti anche fossili inediti, di rane, topi e uccelli, tutti provenienti dal bacino di Pianico-Sellere (tra Sovere e il lago d’Iseo). Questo l’obiettivo del museo di piazza Cittadella che da gennaio a settembre ha già accolto 59.680 visitatori (in tutto il 2024 furono 77.378).

Fauna e flora di 700mila anni fa

L’incarico per la progettazione del nuovo allestimento è stato affidato ad un gruppo di professionisti (4.800 euro per il nuovo «concept» della sala), per valorizzare e ancor meglio raccontare i fossili, anche quelli che si trovano nei magazzini del museo, «reperti di notevole interesse, provenienti dalla stessa area di scavo, pronti per l’esposizione - spiega il direttore del museo, Marco Valle -. Una volta avuto il progetto e quantificata la spesa, l’idea è di realizzare il nuovo allestimento nel corso del prossimo anno. Tra gli scopi del museo c’è l’ampliamento della divulgazione in merito al bacino di Pianico-Sellere, descrivendo fauna e flora di 700.000 anni fa. I reperti di interesse scientifico e storico attualmente esposti raccontano solo una parte dello scenario indagato, i nuovi allestimenti museali prevedono l’utilizzo di ricostruzioni, immagini e filmati per rendere immediata la comprensione dei reperti esposti, riducendo il più possibile ogni tipo di barriera».

«Saranno esposti anche altri reperti, come la rana e i topolini fossili, questa zona fossilifera di Pianico-Sellere era già documentata nell’Ottocento»

La sala sarà completamente rivista, con un lavoro anche sulle pareti: «Lo scopo – continua Valle - è contestualizzare il cervo fossile, un reperto molto bello, mostrandolo nell’ambiente in cui viveva, non una sala monocromatica come è oggi, ma con i colori delle foreste in cui viveva, un ambiente piuttosto freddo rispetto ad oggi, con la fauna e la flora del tempo. Saranno esposti anche altri reperti, come la rana e i topolini fossili, questa zona fossilifera di Pianico-Sellere era già documentata nell’Ottocento».

Il museo civico di Scienze naturali ha avviato operazioni di scavo a partire dalla fine degli anni Novanta, seguito da un lavoro di studio e documentazione. Fondamentale il restauro del cervo fossile, in un laboratorio «vetrina» che era stato allestito dentro le sale di piazza Cittadella. L’attuale allestimento risale al 2012, realizzato grazie all’associazione Amici del Museo di scienze naturali Enrico Caffi.

L’ambiente preistorico

La nuova sala «immersiva» faciliterà l’incontro con i reperti, accorciando una distanza temporale di almeno 700mila anni, quando il cervo, un maschio adulto di un’età superiore ai quattro anni, dotato di un imponente palco con numerosi pugnali terminali ancora oggi leggibili, scorrazzava tra Sovere e il lago d’Iseo, tra boschi di latifoglie e foreste di abeti e pini. Nei sedimenti di un antico lago, oggi completamente prosciugato ed eroso dal torrente Borlezza, sono stati ritrovati oltre 1.500 reperti, per lo più costituiti da resti vegetali. Semi, foglie e rami, insetti e resti di piccoli mammiferi.

Il tema dei cambiamenti climatici

«Siamo tra i 700mila e il milione di anni fa, un tempo che dal punto di vista umano può sembrare esagerato, ma dal punto di vista paleontologico è l’altro ieri – afferma Valle -. Il nuovo allestimento sarà un’occasione per parlare dei cambiamenti climatici, quando il cervo è stato scoperto, il clima era molto più freddo di oggi. Nelle ere geologiche i cambiamenti erano molto graduali, certamente non avvenivano nel corso della vita di un uomo. Un tema questo, che potrà unire la paleontologia con la storia del nostro pianeta e argomenti più attuali».

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