
(Foto di Bedolis)
MOTOCICLISMO. Il ricordo di uno sportivo molto stimato. Nell’omelia padre Marco riafferma i valori dello sport. Rottigni: «Gran meccanico e preparatore oltre che pilota» .
Buona partecipazione nella mattinata del 14 agosto, nonostante la vicinanza col Ferragosto, per l’ultimo saluto al fuoriclasse del motociclismo Alfredo Dall’Ara, da tutti conosciuto come Franco o come «Dallarù», scomparso lunedì 11 agosto pochi giorni prima del 92° compleanno. Il rito funebre si è svolto nella chiesa Ognissanti del cimitero di Bergamo, è stato officiato da padre Marco il quale, nell’omelia, si è detto onorato di commemorare uno sportivo così stimato e affermato e ha colto l’occasione per sottolineare quelli che sono i tanti e noti valori dello sport.
Tanti, ovviamente, i campioni, soprattutto del passato, che sono intervenuti per rendere omaggio a un collega così importante ed esprimere il proprio cordoglio ai familiari: Alessandro Franco Gritti, Pierluigi Rottigni, Bernardino Gualdi, Pietro Gagni, Giacomo Vismara, Edoardo Dossena, Giuseppe Signorelli, Fausto Oldrati, Franco Malanchini, il fratello minore di Franco, Ezio, più giovane di 19 anni.
«Di Franco mi fa piacere sottolineare le qualità, oltre di pilota, anche di meccanico e preparatore - ci ha detto Rottigni, grande pilota e anche ex ct della Nazionale di enduro -. Noi bergamaschi della gloriosa squadra delle Fiamme Oro, parlo del sottoscritto, di Gritti, Signorelli, Paganessi e Gualdi, affidavamo spesso le nostre Morini alle sue cure per renderle più performanti e consentirci di battere la concorrenza. Ci sapeva fare, non c’è dubbio. Poi con lui ho avuto rapporti continui e positivi anche quando siamo diventati colleghi motoconcessionari».
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