L’alpino da record Bellini: ha 82 anni, da 43 è il capogruppo di Credaro

Il cuore rimasto «a quando da bambino ascoltavo seduto nelle stalle le storie degli alpini tornati dalla Russia», più di metà vita trascorsa a «dare una mano agli altri, dovunque ce ne fosse bisogno», e quella famiglia che – elezione dopo elezione - s’è allargata, facendo spazio, accanto alla moglie e alle tre figlie, alle sue «amate Penne nere». Battista Bellini si racconta, a poche ore dalla sua riconferma: riconferma da record, visto che - primo e unico, per ora, nella Bergamasca - l’alpino di Credaro è stato confermato capogruppo degli Alpini del paese per la quindicesima volta (consecutiva): la prima, il 23 aprile 1981, l’ultima, lo scorso 9 febbraio. Classe 1942, Bellini ha trascorso 43 dei suoi 82 anni proprio alla guida del gruppo. «Anni in cui l’impegno è stato rivolto soprattutto a dare una mano a chi ha bisogno – racconta lui oggi, l’entusiasmo e l’emozione di un ragazzino –: questo mi ha spinto ad iscrivermi per la prima volta agli Alpini appena terminato il servizio militare nel battaglione Bolzano della Brigata Tridentina, e questo continua a spingermi a lavorare per il nostro gruppo ancora oggi».

La storia

Settimo di otto fratelli, Battista Bellini nasce e vive a Credaro fino a quando compie 15 anni: da lì inizia a fare la spola con la Svizzera, dove «lavora sodo» facendo il muratore. Tornato in paese e diventato «un piccolo impresario artigiano», nel 1969 si sposa con la sua Maria Pace (scomparsa prematuramente nel 2002) con cui ha tre figlie: Adriana, attuale sindaca di Credaro, Lara e Luana. «Ma ben presto, rielezione dopo rielezione a partire dal 1981, io e le mie sorelle capiamo che la nostra famiglia è decisamente più numerosa – racconta Adriana –. Del resto per mio papà gli alpini sono sempre stati parte della famiglia, la nostra vita s’è intrecciata alla vita delle penne nere. E ne siamo felici». Con Bellini alla guida, il gruppo degli Alpini di Credaro - fondato nel 1934 - inizia a distinguersi: nel 1984 è fra i primi gruppi del Basso Sebino a costituire al suo interno un nucleo di Protezione civile, dal 2000 iniziano a riqualificare edifici e monumenti del paese - dalla santella medievale del sentiero Sottocorna al porticato della scuola dell’infanzia, per citarne giusto due - costruendo ex novo, nel 2018, il monumento ai caduti di Nassirya. Senza contare le operazioni di soccorso in Italia e all’estero, in occasione di alluvioni, frane, terremoti. «Di Battista ce n’è uno, e col suo entusiasmo contagioso speriamo che continui ad essere d’esempio per i nostri giovani Alpini ancora a lungo» è l’auspicio di Gianpietro Vavassori, coordinatore Ana del Basso Sebino. E Bellini, che rimarrà in carica fino al 2027, non ha alcuna intenzione di dare retta all’età: «Ho 82 anni, ma l’entusiasmo è quello della gioventù. Momenti duri vissuti col cappello in testa ce ne sono stati molti, ma non ho mai pensato di mollare: del resto, non è proprio degli Alpini cedere. L’esperienza che ricordo con maggiore piacere? Credo che una delle settimane più belle che io abbia mai trascorso sia stata quella vissuta all’Alpe di Siusi. Era il 1964 ed ero stato chiamato fra gli Alpini incaricati di battere la pista di sci di fondo per il campionato italiano. Che meraviglia!».

© RIPRODUZIONE RISERVATA