(Foto di MAGNI)
IL COMMENTO. La fortuna non esiste, scriveva Lucio Anneo Seneca nel I secolo dopo Cristo: esiste invece il momento in cui il talento incontra l’occasione. Nella stagione di Gianluca Scamacca – e di riflesso dell’Atalanta, che dalle fortune del suo centravanti è in larga parte dipendente – questo momento potrebbe essere maturato sabato sera, fra l’11’ del primo tempo e il 36’ della ripresa.
Prima la finezza di tacco a correggere il tiro di Zappacosta, dimostrazione di talento sopraffino. Poi quel secondo gol voluto, strappato, pasticciato eppure preziosissimo: girata al volo completamente ciccata e successiva scivolata con pallone colpito di destro, mandato a picchiare sul sinistro e di lì in fondo alla rete. In quel momento l’occasione non ha solo incontrato il talento: si è inchinata e gli ha reso omaggio.
Ma piace pensare che quell’incontro, lungo il cammino di Scamacca e dell’Atalanta, possa essere avvenuto in modo molto più discreto e insospettabile otto giorni prima, nella nebbia di Verona. Con un’Atalanta inguardabile sotto di tre gol con l’ultima della classe, e una conclusione di Scamacca finita contro i legni della porta avversaria. Come con il Pisa, come a Francoforte (due volte). In quel momento, 32’ del secondo tempo, l’arbitro Mariani decide di andare al Var, vede una deviazione con un braccio di Bella-Kotchap e assegna il rigore che il centravanti nerazzurro trasforma. Cambiando nulla nell’andamento del match, eppure cambiando, forse, un’intera stagione.
Perché poi Scamacca segna anche con il Chelsea, e due volte con il Cagliari. Rigore, testa, tacco. Biglietto da visita di un repertorio completo. E quel gol «sporco» che vale più di tutti, perché significa che la traversata nel deserto del bomber romano è giunta al termine, e ora è il momento di passare all’incasso. Per lui e per l’Atalanta di Palladino. Bella, prima ancora che fortunata. «Mancò la fortuna, non il valore» è scritto su una lapide che ricorda l’eroico sacrificio dei soldati italiani nella battaglia di El Alamein, in Egitto, nella Seconda guerra mondiale.
Champions, Coppa Italia, campionato: se il mani di Bella-Kotchap a Verona o quel gol «sporco» al Cagliari sono il segnale di un momento d’incontro fra fortuna e valore – o fra occasione e talento, come scriveva Seneca – da adesso a maggio con questa Atalanta ci sarà davvero da divertirsi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA