Giacomo Angeloni, il grande tema della sicurezza e lo sguardo verso gli ultimi

L’INTERVISTA. «Senza servizi e politiche sociali si può parlare tanto di sicurezza ma poi non la si fa».

07:24

Bergamo

Giacomo Angeloni, 42 anni, assessore del Comune di Bergamo per il terzo mandato consecutivo - prima con Gori, all’Innovazione e alle Reti di quartiere, oggi con Carnevali, alla Sicurezza - si racconta ai microfoni de L’Eco di Bergamo Incontra.

«In questo momento i tre temi che più ci preoccupano sono lo spaccio e l’aumento dell’utilizzo di sostanze, la recrudescenza della violenza e il rispetto delle regole del codice della strada», spiega Angeloni. «Sul tema della sicurezza la titolarità, soprattutto dell’ordine pubblico, è delle istituzioni nazionali, quindi il lavoro principale è di collaborazione quotidiana con le istituzioni coinvolte».

Il grande tema della sicurezza

E il comune può fare la sua parte, spiega Angeloni: «In tre parole. Ascolto, è compito dell’Amministrazione accogliere le paure dei cittadini, visibilità, perché la presenza delle forze dell’ordine è rassicurante per la popolazione, e tecnologia, tema che riguarda le telecamere e un’intelligenza artificiale che in questo senso può fare molto».

Politiche che guardano agli ultimi

Per Angeloni il tema si incrocia con quello del volontariato e dell’associazionismo, che ha vissuto in prima persona: «Ho fatto il servizio civile a Sorisole, da don Fausto Resmini, occupandomi della distribuzione dei pasti alla stazione, ho lavorato alla Caritas di Bergamo, facendo anche l’operatore al Galgario. So cosa vuol dire fare un lavoro che fa sicurezza: l’attività delle associazioni che si occupano “di strada” sono un presidio alla sicurezza della città. Senza i servizi sociali e politiche sociali che guardano anche agli ultimi si può parlare tanto di sicurezza ma poi non la si fa».

«La mia Bergamo del futuro? Una città attrattiva»

Il rapporto con i cittadini? Fondamentale: «Mi sono trovato spesso ad andare a bere il caffè con alcuni di loro, il Comune è l’istituzione più vicina e con poco si possono risolvere quelli che per loro sono grandi problemi». E infine: «La mia Bergamo del futuro? Una città attrattiva per nuovi cittadini e per i bergamaschi, che possano continuare a sceglierla».

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