Giovanna Brambilla si racconta: «Bergamo, città di cultura ma ancor di più di legami e di cuore»

L’intervista Giovanna Brambilla, da oltre 20 anni è alla guida dei Servizi educativi della Gamec di Bergamo, la Galleria d’arte moderna e contemporanea e da altrettanto tempo insegna all’Istituto tecnico commerciale Vittorio Emanuele di Bergamo. È scrittrice e divulgatrice di arte e conosce molto bene la nostra città.

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«Bergamo? Più che città della cultura la definirei città di cuore - racconta a Bergamo Incontra -: viviamo in una città in cui i legami e le relazioni sono molto importanti e creano un tessuto molto forte capace al bisogno di generare solidarietà». Lo si è visto bene nell’emergenza Covid ma anche ora nell’accoglienza di famiglie dall’Ucraina in guerra.

La stessa Gamec è frutto di un dono. «Mi piace ricordare - racconta - che la Galleria d’arte moderna è frutto di un dono alla città - spiega -. Occuparsi di educazione museale alla Gamec significa far vivere il museo come esperienza di vita, creare un legame tra visitatore e museo, non solo mettere la bandierina di un’altra galleria visitata». È così che sono nati tanti progetti tra cui la formazione di guide museali straniere per aprire il museo a tutte le nazionalità presenti nella nostra città ma anche il museo che esce dai suoi spazi per incontrare i detenuti in carcere.

È durante la pandemia che Brambilla più di ogni altro momento ha sperimentato la forza delle relazioni. «La scuola - dice pensando alla sua esperienza di Dad al Vittorio Emanuele - ha risposto in maniera straordinaria in una situazione eccezionale, e così i ragazzi. Ma ci siamo accorti che più che l’apprendimento dai libri la scuola è fatta di una crescita che passa dalle relazioni e dai legami, dall’incontro».

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